È un perfetto esempio di economia circolare, ma anche un motivo in più per fare attenzione a ciò che acquistiamo e alla raccolta differenziata. Stiamo parlando del recupero delle materie prime che compongono i contenitori in tetrapack, quelli del latte e dei succhi di frutta. E che una volta usati si devono differenziare con la carta.
Un po’ tutti, forse, siamo però stati sfiorati dal dubbio, come riporta un articolo pubblicato sul Corriere della Sera del 4 febbraio, su che cosa si potrà ricavare da questo materiale che combina carta, plastica e alluminio? La risposta è arrivata dal gruppo Lucart, il principale produttore europeo di carte monolucide sottili per imballaggi flessibili e tra i primi dieci produttori mondiali di carte e prodotti tissue.
Lucart ha infatti avviato un progetto insieme con la Tetra Pak, azienda svedese produttrice dei contenitori, per riciclare al 100 per cento il materiale di cui sono fatti. I contenitori raccolti con la differenziata, dopo essere stati puliti e sterilizzati, sono trattati con un processo ecologico che permette di separare i componenti: 74 per cento di fibre di cellulosa, 22 per cento di plastica (polietilene) e quattro per cento di alluminio. La cellulosa è poi usata per produrre carta igienica, salviette asciugatutto, tovaglioli, fazzoletti e altri articoli usa-e-getta. Le fibre recuperate sono di ottima qualità e i prodotti che si ottengono hanno morbidezza, resistenza e assorbenza analoghe a quelli ottenuti da cellulosa vergine. Alluminio e plastica ricavati dai contenitori vanno invece a formare un materiale misto che viene usato da altre ditte per produrre materiali per edilizia, arredo urbano e oggetti di uso comune come le penne.
La storia di Lucart Group inizia negli anni Trenta, quando la famiglia Pasquini decide di impiantare a Villa Basilica (Lucca), un’azienda di produzione della carta. All’inizio la produzione era rivolta principalmente al mercato delle carte monolucide per imballaggi flessibili, per tovaglie e per sottopiatti, ma alla fine degli anni Ottanta il Gruppo – che aveva visto nel 1953 la fondazione della Cartiera Lucchese – ha diversificato la propria attività cominciando a produrre anche carte tissue ad uso igienico sanitario (asciugatutto, strofinacci, carta igienica, tovaglioli, ecc.).
Con una capacità produttiva di oltre 310mila tonnellate all’anno, ripartita su dieci macchine continue e 55 linee di converting, oggi Lucart (denominazione assunta nel 2013 con la fusione in un’unica società di tutte le attività italiane del gruppo, anno in cui erano stati rilanciati anche i brand Tenderly e Tutto Pannocarta) fattura oltre 400 milioni di euro con più di 1300 dipendenti compresa l’ultima acquisizione, nel 2016, della Bokk Paper Kft. E proprio per il recupero della cellulosa contenuta nel tetrapack per produrre carta 100% ecologica era stato realizzato nel 2010 il nuovo, e unico nel suo genere in Italia, impianto a Diecimo.