Stefano d’Andrea (Acus) è stato chiamato da Gipea nel corso del convegno annuale del gruppo (13 novembre 2015) a fornire una panoramica delle tendenze e delle novità emerse durante lo scorso Labelexpo Europe.
L'esperto ha attirato l’attenzione sull’importanza dell’integrazione e razionalizzazione dei processi, della stampa digitale e del packaging flessibile che, pur tenendo conto dei dati Finat riportati nell’articolo "Premiati etichettifici italiani", era universalmente evocato come complemento naturale dell’offerta di un etichettificio. Ecco qualche esempio concreto, citato dall’esperto nel corso della sua relazione.
• Il digitale, soprattutto inkjet, era rappresentato in modo più strutturato e articolato che nelle precedenti edizioni della fiera di Bruxelles, e ha visto la proposta di impianti di medie dimensioni che hanno colmato un gap dell’offerta. Oltre a essere un elemento fondamentale di qualsiasi sistema da stampa ibrido, questa tecnologia è in diffusione progressiva, non solo negli etichettifici ma anche presso gli utenti finali come, ad esempio, i supermercati, o la “cartoleria sotto casa”. In fiera sono emerse anche le nuove esigenze che l’evoluzione del digitale deve assecondare: un’estetica sempre più curata, la riduzione del consumo (strato) di inchiostro, lo sviluppo di inchiostri coprenti, la disponibilità di prodotti a bassa migrazione (intendendo con ciò tutti gli elementi del “sistema” prodotto stampato).
• Per la prima volta in una fiera dell’etichettatura è stata messa in mostra una macchina a tamburo centrale: la tecnologia della banda larga viene estesa al narrow web con l’aiuto di un’automazione spinta al servizio delle piccole tirature. Ne risulta una stampa di alta qualità anche di supporti molto sottili, con una macchina dagli ingombri limitati, che può impiegare inchiostri innovativi e in quantità limitatissime (anche meno di un chilo alla volta).
• Ragionando di processi, si rileva l’orientamento a fare poche cose veramente bene, invece che “tutto sulla stessa macchina”. Questo porta a semplificare il progetto dell’impiantistica, nonché a prestare maggiore attenzione alla caratterizzazione delle condizioni di stampa e al percorso di calibrazione.
• Interessante il panorama dei polimeri flexo, con la messa in mostra di belle soluzioni che non richiedono l’impiego di solventi, sviluppate ad acqua e con geometria flat top.
• Il LED UV riscuote ancora molto interesse ma con maggiore prudenza: per adottarlo bisogna modificare diversi componenti del sistema e, da questo punto di vista, è più vantaggioso sulle macchine di nuova generazione.
• Le istanze di sostenibilità si traducono, fra l’altro, nell’impiego di meno silicone nelle basi e nella riduzione di spessore dei supporti, oltre che nella progressiva, maggiore attenzione alla carbon foot print.
• Si risveglia l’interesse per il trasferimento termico, previa stampa su ribbon.
• D’Andrea, infine, fa un accenno al progressivo impiego dell’eye tracking e del facial coding nella valutazione della grafica di uno stampato: due tecniche sempre più usate, che aprono nuove frontiere ai designer.