Stampa-grafica proposte per crescere

Andamento del PIL, trend di settore e strumenti per stimolare il consumo di libri stampati: note e richiami dalla recente assemblea della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica.

Un nuovo presidente (Pietro Lironi, neo eletto presidente Assografici e ora alla testa della Federazione di filiera dopo Paolo Culicchi), un rinnovamento radicale della Federazione stimolato dalla “riforma Pesenti”*, una tavola rotonda per riflettere sulle abitudini di lettura degli italiani, una proposta fattiva per sostenere il comparto editoriale e con esso l’intera supply chain… Lo scorso 18 giugno si è svolta a Milano, densa di contenuti, l’assemblea annuale della Federazione della Carta e della Grafica, costituita da Assocarta, Assografici, Acimga e Comieco in qualità di socio aggregato.

Stimolare i consumi
Come di consueto, durante l’incontro, Alessandro Nova dell’Università Bocconi ha fatto il punto sullo stato di salute della filiera carta-grafica, analizzandone i principali indicatori sulla base di dati di lungo periodo (2005-2014). Sullo sfondo, l’orizzonte economico condiviso: l’Italia è uno dei paesi che più ha sofferto la crisi e la lenta ripresa in corso, sostenuta da vari fattori positivi (tassi di cambio più favorevoli), non autorizza a sperare che “torneremo come prima”.
«È dunque importante – commenta l’economista – prendere atto della positiva  inversione di tendenza della nostra economia; ora però occorre rimuovere i fattori che frenano una crescita più decisa, primi fra tutti l’eccesso di pressione fiscale e la scarsa capacità di spesa delle famiglie», che si sommano al crollo dei consumi di libri, quotidiani e periodici documentati dalle statistiche ufficiali.  Qui si inserisce la proposta del “bonus fiscale” già presentato dalla Federazione al Governo e ora ri-proposto per sostenere il consumo di libri stampati. Si tratta di un vero e proprio “buono” da destinare a tutti i giovani, di età compresa tra 18 e 25 anni, da spendere per acquistare libri, giornali o abbonamenti a riviste e quotidiani pagando solo il 25% del prezzo di copertina. Il rimanente 75% dovrebbe essere finanziato dallo Stato, fino a raggiungere il tetto di 100 euro di contributo pubblico per ciascun cittadino avente diritto.
L’idea, con vari distinguo, è piaciuta a tutti, e la Federazione ne promuoverà l’adozione con azioni mirate di lobbying.
 

* Più snelli per pesare di più Sotto la presidenza di Pietro Lironi prende avvio il delicato lavoro di  trasformazione di Federazione della Carta e della Grafica in federazione confindustriale “di primo livello”, costituita da Assocarta e Assografici e affiancata su obiettivi comuni da altre realtà (a partire da Acimga, che nel frattempo convergerà in Federmacchine). Il processo avrà termine nel 2017.                 

Stampa-grafica: proposte per crescere

Andamento del PIL, trend di settore e strumenti per stimolare il consumo di libri stampati: note e richiami dalla recente assemblea della Federazione della Filiera della Carta e della Grafica.

Un nuovo presidente (Pietro Lironi, neo eletto presidente Assografici e ora alla testa di Federgrafica dopo Paolo Culicchi), un rinnovamento radicale della Federazione stimolato dalla "riforma Pesenti", una proposta fattiva (quella del “bonus lettura”) rilanciata con l'intento di sostenere il comparto editoriale e con esso il resto della filiera… Molta la carne al fuoco, lo scorso 18 giugno a Milano, all'assemblea della Federazione della Filiera della Carta e della Stampa, costituita da Assocarta, Assografici, Acimga e Comieco in qualità di socio aggregato. Ecco qualche appunto di cronaca.
                                  
Più snelli per pesare di più. Dopo il commiato di Culicchi, Lironi è stato accolto con stima e affetto dai “colleghi” della Federazione, con in prima fila Giovanni Battista Colombo, suo precedessore in Assografici.
Nel discorso d'esordio, sintetico e concreto, il presidente ha espresso apprezzamento per il processo di riforma in atto in Confindustria che – questo è l'auspicio – permetterà alle singole rappresentanze di avere più peso e offrirà dunque, in ultima analisi, più motivi di interesse ad associarsi.
Lironi accoglie il mandato consapevole della delicatezza di questo passaggio «che richiede un lavoro impegnativo di preparazione, da condurre con criteri di trasparenza e produttività», proprio come in azienda. Si tratta di un lavoro che terminerà nel 2017: in quella data, se tutto va per il verso giusto, verrà formalizzata la trasformazione dell'attuale federazione di filiera in federazione “di primo livello”, costituita da Assocarta e Assografici, affiancata su obiettivi comuni da altri enti e associazioni di filiera (Acimga in primis).
                                                            
Economia di settore: spingere i consumi. È stato Alessandro Nova dell'Università Bocconi a fare il punto sullo stato di salute della filiera carta-grafica, analizzandone i principali indicatori sulla base di dati di lungo periodo (2005-2014). I fatti sono sotto gli occhi di tutti: l'Italia è uno dei paesi che più ha sofferto la crisi e la lenta ripresa in corso, sostenuta da vari fattori positivi (tassi di cambio più favorevoli), non autorizza a sperare che “torneremo come prima”.
Doverosa, al riguardo, la distinzione fra l'andamento della stampa e quello della cartotecnica che, come noto, presentano trend assai diversi fra loro e che, considera Nova, attorno al 2005 si sono scambiate i ruoli: se la stampa era cresciuta fino ad allora con slancio e la cartotecnica presentava uno  sviluppo più lento e modesto, oggi avviene il contrario.
Detto questo, sottolinea il docente, è importante prendere atto della positiva  inversione di tendenza della nostra economia; ora però occorre rimuovere i fattori che frenano una ripresa più decisa, primi fra tutti l'eccesso di pressione fiscale e la scarsa capacità di spesa delle famiglie.
E qui si inserisce la proposta del “bonus fiscale” già presentato dalla Federazione al Governo e ora ri-proposto per sostenere il consumo di libri stampati.
            
Più lettura più crescita (e viceversa). I dati sulle abitudini di lettura degli italiani, presentati da Nova e dai partecipanti alla tavola rotonda, sono a dir poco allarmanti: nel 2014 oltre 800 mila persone hanno smesso di acquistare libri (Istat); nel 2013 i quotidiani hanno perso 1 milione e 9mila lettori, mentre i periodici ne hanno persi 3,6 milioni (Audipress); oggi in Italia oltre la metà della popolazione (laureati compresi!) legge meno di un libro all’anno.
È sempre più urgente, dunque, correre ai ripari, stimolando la lettura. E se l'industria da sola non può certo affrontare un compito così complesso,  strettamente correlato alla crescita economica e all'innalzamento del livello di istruzione generale, può però mettere in campo qualche strumento di sostegno all'acquisto, di portata più limitata ma di sicura efficacia.
Nasce così l'idea del “buono spesa”, presentato nel recente passato e ora rivisitato e corretto.
Si tratta di un vero e proprio “buono” da destinare a tutti i giovani, di età compresa tra 18 e 25 anni, che potrebbero spenderlo per acquistare libri, giornali o abbonamenti a riviste e quotidiani pagando solo il 25% del prezzo di copertina. Il rimanente 75% dovrebbe essere finanziato dallo Stato, fino a raggiungere il tetto di 100 euro di contributo pubblico per ciascun cittadino avente diritto.
L'idea, con vari distinguo, è piaciuta a tutti, e la Federazione ne promuoverà l'adozione con azioni mirate di lobbying.
Per potenziarne l'efficacia, nel corso dell'incontro, sono stati avanzati alcuni  suggerimenti interessanti: un bonus potrebbe essere riservato anche alla popolazione matura, con disponibilità di spesa superiori, e in particolare alle donne, che oggi leggono più degli uomini, e che potrebbero quindi rispondere positivamente all'incentivo.
                                  
Spunti di riflessione. Durante l'assemblea si è parlato di libri stampati e non di libri e quotidiani digitali, salvo che in qualche commento perlopiù orientato a sottolinearne la marginalità, sia sul piano culturale che di mercato. Mancano, dunque, a comporre un quadro complessivo e completo sulle abitudini di lettura nel nostro paese, i dati relativi a quei prodotti editoriali.
Fatta questa precisazione, raccolti alcuni utili distinguo espressi nel corso della tavola rotonda e ascoltati i commenti informali di fine giornata, vien da pensare che – quantomeno in fase di analisi – andrebbe fatta qualche riflessione in più sulla disaffezione dei cittadini di qualsiasi età, istruzione e censo per la carta stampata, con l'intento di capire prima di giudicare.    
Ecco qualche spunto. Magari, in un paese che non legge, l'industria editoriale non dovrebbe pubblicare un libro nuovo al giorno; magari troppo spesso i libri  sono interessanti solo per gli autori e le loro mamme; magari andrebbero progettati nuovi tipi di libro; magari i giornali dovrebbero ripensare il modo di comunicare le informazioni, così da essere più comprensibili e interessanti per il grande pubblico; magari le librerie dovrebbero reinventarsi con più audacia; magari andrebbero creati nuovi canali distributivi, capaci di raggiungere nuove fasce di pubblico; magari si potrebbero creare nuove occasioni di lettura; magari il prezzo dei prodotti editoriali, che in Italia è molto più alto che altrove, costituisce un forte deterrente; magari…
                                                                
Una tavola rotonda di esperti
Moderati da Andrea Kerbaker dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, hanno animato la tavola rotonda ispirata al tema “Più lettura più crescita”: Antonio Calabrò, responsabile cultura di Confindustria e consigliere delegato della Fondazione Pirelli; Salvatore Carrubba, giornalista, scrittore e uomo politico; Stefano Salis, giornalista del Sole-24 ore e firma di punta del “Domenicale”; Emanuela Scarpellini, docente di storia contemporanea all'Università degli Studi di Milano.          
                                       

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