La recente normativa (legge 123/2017) dispone che le borse per alimenti sfusi utilizzate come imballaggio primario – oltre a dover essere di spessore inferiore i 15 micron, biodegradabili e compostabili conformemente allo standard UNI EN 13432 e quindi riutilizzabili per la raccolta dell’umido – devono avere un contenuto minimo di materia prima rinnovabile – certificato EN 16640:2017 – di almeno il 40%. Si tratta di una percentuale che fa riferimento all’origine delle materie prime con cui è realizzato il sacchetto, ovvero al contenuto di carbonio di origine biologica in rapporto al carbonio totale presente nel sacchetto stesso.

Grazie alla convenzione siglata il 6 aprile 2018 tra Assobioplastiche e Innova scarl – società consortile campana costituita da CNR, Università Federico II, Università della Campania, Università L’Orientale, Università Parthenope e Università di Salerno e focalizzata sullo sviluppo e sul trasferimento dell’innovazione nel settore dei Beni Culturali e Ambientali – gli organi accertatori (Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Locale, etc) potranno rivolgersi a Innova, struttura di ricerca totalmente indipendente, che certificherà in maniera scientifica se il contenuto di carbonio rinnovabile, cioè da fonte non fossile, presente nei sacchetti in bioplastica biodegradabile e compostabile reperiti sul mercato e oggetto di indagine corrisponde veramente al 40% previsto dalla legge.

Abbiamo sottoscritto l’accordo con Innova con l’obiettivo primario di agevolare Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale nelle loro attività di accertamento del rispetto della legge”, spiega Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.

Insieme ad ARPA Umbria, che da oltre due anni si occupa di validare biodegradabilità e compostabilità dei sacchetti, Innova rappresenta un supporto prezioso nella battaglia contro l’illegalità e le frodi che Assobioplastiche combatte da sempre. Secondo recenti rilevamenti dell’Osservatorio di Assobioplastiche nei mercati alimentari almeno 8 ambulanti su 10 utilizzano ancora oggi sacchi in polietilene sia per trasportare gli alimenti sia come imballo a fini di igiene.

Ricordiamoci che la battaglia contro la plastica in mare inizia con il dire “no!” ai sacchetti fuori legge. Chiediamo sempre i sacchetti biodegradabili e compostabili e se abbiamo dubbi sulla percentuale di rinnovabilità rivolgiamoci sempre agli organi preposti ai controlli”, conclude Versari.

La convezione con Innova è stata firmata da Marco Versari, presidente Assobioplastiche e Antonio Massarotti, presidente Innova, nell’ambito di Innovation Village, la fiera dell’innovazione organizzata da KforBusiness e in programma da giovedì 5 a sabato 7 aprile 2018 presso la Mostra d’Oltremare di Napoli. Presente anche il dottor Mario Malinconico, direttore del Comitato Scientifico di Assobioplastiche e direttore di ricerca presso l’Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pozzuoli.