Proteco Italia stava crescendo con continuità, sostenuta da un’offerta hi-tech di laminati e buste di qualità e da un solido rapporto di fiducia coi clienti, che crea fedeltà e dà sicurezza. Ma poi è entrata in azienda la prima macchina da stampa digitale. E anche i figli dei fondatori… Una bella storia di giovani, aperture, collaborazione e nuove prospettive di business, molto molto promettenti. Sotto l’egida HP Indigo 25K.
In Lombardia i pavesi hanno fama di gente riservata, che non ama parlare di sé e senza clamore fa cose eccellenti. Ma in questo ottobre nebbioso del 2020 Proteco Italia (Bosnasco, PV), attivo e silenzioso converter di film flessibili e pouches stampati in flexo, è balzata sotto i riflettori. Gli autori della sortita sono i fratelli Valente, figli degli imprenditori: Veronica (25 anni) e Leonardo (23) sono entrati in azienda e, con la veemenza, l’entusiasmo e l’apertura mentale dei giovani che hanno poco da tradire e tutto da conquistare, hanno dato impulso alle strategie disegnate per avviare nuovi progetti di sviluppo. Sono basate da un lato sull’avvio di una politica di marketing e comunicazione e dall’altro sull’introduzione, in uno stabilimento saldamente flexo-centrico, della stampa digitale incarnata nella nuova HP Indigo 25K per packaging flessibile. Acquistata e installata in poco più di un mese e messa subito in funzione dal neonato Digital Team insieme ai tecnici del costruttore.
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Dentro alla community/il consumatore capriccioso
Veronica, laureata in Relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa, ha le idee chiarissime e una grande fiducia che genera forza. «I genitori, che hanno fatto crescere questa società, ci sostengono con la loro esperienza e i dipendenti, che hanno poco più della nostra età e la stessa voglia di mettersi in gioco, parlano il nostro linguaggio (digitale)». Appena arrivata fresca di studi ha rivoluzionato il sito, rifatto l’immagine di Proteco e attivati nuovi canali di comunicazione. E, soprattutto, ha promosso una strategia di marketing da fornitore proattivo, attento a cogliere i fenomeni che condizionano il mercato: «Oggi sulla confezione occorre poter stampare di tutto ed è questo che consentiamo ai nostri clienti grazie alla HP Indigo 25K, con quella flessibilità che permette di passare senza costi, sprechi e tempi morti dalla campagna sul prodotto senza olio di palma alle personalizzazioni coi codici sconto o le formule “gratta e vinci”. Il processo digitale, l’algoritmo Mosaic e la tecnologia del dato variabile permettono di spostare il focus dal contenuto al barattolo e di mostrare quanto vale (in posizionamento e fatturato) saper stimolare il desiderio di gioco e di possesso del consumatore. Non abbiamo acquistato la HP Indigo 25K per “aggiungere una nuova macchina a quelle che abbiamo” ma per aprire nuovi mercati che con altre tecnologie non potremmo toccare».
Vantaggi economici/Sostenibilità ambientale
Leonardo, formazione (con gavetta) da perito grafico e in Proteco avviamento da “commerciale”, sottolinea: «Il mercato che ha descritto Veronica condiziona anche noi produttori di packaging. Oggi non possiamo accontentarci di realizzare con maestria le idee dei brand; dobbiamo anche saper informare il cliente sulle tecnologie che non conosce e le cose che non sa di poter fare, dialogando con il suo marketing e i suoi tecnici. Così creiamo nuovo valore, e possiamo farcelo riconoscere: questa è la prospettiva che ci ha aperto la stampa digitale».
Ma la HP Indigo 25K genera anche vantaggi, concreti e immediati, di sostenibilità economica e ambientale: elimina i clichè, accelera gli avviamenti e azzera gli sprechi; inoltre usa inchiostri senza solventi ovvero ecologici, salubri e senza i costi e i problemi della gestione solventi da mandare in onerosi impianti di recupero. Vantaggi, sottolinea Leonardo, anzitutto per l’utilizzatore: «Con la HP Indigo 25K possiamo realizzare tirature corte a prezzi convenienti e quindi fornire ai clienti esattamente la quantità di stampato che vogliono quando la vogliono. In questo modo evitiamo loro di fare magazzino (e già questo è un risparmio) ma soprattutto di sprecare ingenti quantità di film stampato non più utilizzabile perché ormai troppo vecchio o perché il cliente nel frattempo ha cambiato grafica, colore o campagna promozionale. E sappiamo tutti bene quanto costa smaltire la plastica, e quanto sia alta l’attenzione di tutti alla tutela dell’ambiente».
Variazioni e personalizzazioni guardando al web-to-print
Rispetto alla tradizionale stampa flessografica, che in Proteco continua a rappresentare un polo tecnologico portante, la HP Indigo 25K non è un’alternativa ma un complemento, adottato per realizzare nuovi tipi di prodotto e, in prospettiva, magari anche attivare un canale di vendita digitale.
«Ci sono vari modi di intendere il Web-to-Print», considera al riguardo Marco Murelli, referente HP Indigo del progetto Proteco. «”Alla supermercato online”, dove un cliente che non conosco ha bisogno di 527 buste-stand up, su Internet scopre che gliele posso fornire e le ordina dall’apposita pagina del mio sito. Oppure “alla B2B”, dove il flusso ordine-lavorazione-consegna via web serve a velocizzare e semplificare il lavoro dei miei clienti, eliminando tutti gli errori e i tempi morti del flusso tradizionale, con benefici evidenti in termini di saving e velocità di consegna. Entrambi sono praticabili e vantaggiosi, ma richiedono una maturità digitale del mercato che in Italia, nonostante l’accelerazione impressa dal covid, non si può dare per scontata».
In Proteco questo possibile sviluppo del progetto è considerato con il massimo interesse ma rimandato a una “fase due”, proprio per darsi il tempo di informare e sensibilizzare un cliente che va aiutato a capire i vantaggi e la semplicità del canale online. «Vogliamo fare le cose bene, con umiltà, passo dopo passo. Alle vendite online non ci dedicheremo prima del 2021», concordano Leonardo e Veronica, spostando l’asticella in un futuro che, in realtà, non è poi così lontano.
Quei pezzi da montare/Benvenuti a bordo
Chiariti i motivi dell’entusiasmo per la stampa digitale, l’attenzione dei fratelli Valente si sposta sul rapporto con un fornitore che, raccontano, ha fatto di questa storia qualcosa di unico e per certi versi inaspettato. Fin dalla prima mail: «Scegliere HP per noi ha significato entrare in relazione con una grandissima azienda hi-tech, ma anche con delle persone disponibili oltre ogni attesa», testimonia Veronica. «Conclusa la trattativa, la loro prima email terminava con un “Benvenuti a bordo” che ci ha sorpresi e emozionati. E non era retorica: HP ha messo in campo dei tecnici bravissimi che hanno lavorato in Proteco come se fosse la loro azienda, e dei manager – Marco, anzitutto – che ci hanno aiutato a dare forma al nostro progetto e continueranno ad affiancarci nello sviluppo del business digitale». «HP Indigo – riassume Leonardo – non è il fornitore tipico, che vende la macchina e se ne va. Per loro “partnership” è ben più che una parola».
HP ringrazia e restituisce: «Se siamo riusciti a montare, installare e avviare a produzione la K25 in un mese è anche perché siamo entrambe aziende molto ben organizzate», dichiara Murelli. «La macchina è arrivata da Israele divisa in scatoloni e montarla è stato un po’ come giocare col Lego, ma in tanti e con una regia molto esperta. Solo guardando il video di questo articolo in RA capirete davvero cosa significa! E quando sono uscite le prime stampe è stata un’emozione grandissima», affermano i Valente. Ora è in funzione. E in Proteco è nato il Digital Team, giovane, skillato e entusiasta. Che guarda avanti e fantastica: «Magari fra un po’ ne compreremo un’altra…»