Male la stampa commerciale, meno i libri; malissimo le affissioni, senz’altro meglio la cartotecnica… Il pesante 2020 dell’industria grafica e i primi segnali di ripresa 2021 si rispecchiano nei dati dell’indagine congiunturale OSI (Osservatorio Stampa e Imballaggio) condotta dal Centro Studi Assografici.
A due tempi – e non sorprende – l’andamento delle principali anime del settore: quella editoriale e commerciale, che ha sofferto maggiormente gli effetti depressivi della pandemia nonostante notevoli differenze fra segmenti, e quella cartotecnica, più legata al packaging e quindi meglio in grado di compensare il rallentamento di altre applicazioni.
Nel complesso l’industria grafica chiude l’anno 2020 con un calo di fatturato del 16% e una più intensa flessione della produzione del 21,3% sul 2019 (dato Istat revisionato ad aprile 2021), a cui si è accompagnato l’andamento negativo dell’export (-18,3% a valore). Nonostante i primi segnali di ripresa, i trend emersi nel 1° trimestre 2021 sulla maggioranza degli indicatori sono orientati a un (moderato) pessimismo.
Il settore cartotecnico trasformatore, dopo il peggioramento del 2° trimestre 2020 direttamente legato alla pandemia Covid-19 e al lockdown della popolazione, inizia a migliorare già nel 3° e, soprattutto. nel 4° trimestre 2020.
Fatta la media, il comparto conclude l’anno 2020 con un modesto calo di fatturato (-3%) e una leggera crescita della produzione (+0,7%) spinta dalle applicazioni per l’imballaggio in carta, cartone e flessibile. Come prevedibile, è mancato anche in quest’ambito il sostegno dell’export che è sceso del -8% a valore. Positivo il trend nel 1° trimestre 2021, dove si registrano aspettative moderatamente positive sulla maggioranza degli indicatori.
Segmenti in controtendenza in questo contesto si segnalano i dati migliori – addirittura con segno positivo – espressi dai produttori di imballaggio in cartone ondulato, che nel 2020 è cresciuto dell’1,7% a quantità soprattutto grazie alla tenuta del food&beverage. In lieve aumento (+1%) anche il packaging flessibile, nonostante le note difficoltà del canale Horeca, e addirittura migliore dell’anno precedente la produzione di etichette autoadesive, che chiudono l’esercizio al +4%.