Lo scorso 19 ottobre è stato Inaugurato a Patrica (FR) l’impianto di Mater–Biopolymer, società interamente controllata dal gruppo Novamont, dedicato alla produzione di ORIGO–BI®, biopoliesteri ad alto grado di rinnovabilità, componenti delle bioplastiche compostabili MATER-BI®.
Lo stabilimento nasce dalla riconversione dell’ex impianto Mossi & Ghisolfi, dedicato alla produzione di PET; le diverse sezioni dell’impianto sono state rigenerate, modificate e in alcuni casi totalmente rinnovate, applicando su scala continua le tecnologie innovative sviluppate da Novamont. Si tratta di tecnologie in grado di utilizzare le materie prime della filiera Novamont – biobutandiolo e acido azelaico, monomeri biobased – per la produzione di biopoliesteri ORIGO-BI® attraverso un processo sempre più sostenibile, costantemente orientato alla riduzione delle emissioni.
Mater-Biopolymer, inoltre, è dotata di un complesso sistema di utility che permette di minimizzare i costi e gli sprechi attraverso il recupero degli scarti, in un’ottica di economia circolare e sostenibilità. L’approccio alla valorizzazione dei residui ha consentito la messa a punto di un processo di purificazione delle acque reflue per ottenere tetraidrofurano (THF), un intermedio chimico strategico per l’industria chimica e farmaceutica, per la prima volta al mondo da fonti rinnovabili (bio-THF). Il THF può essere usato come solvente chimico e nel settore farmaceutico.
Con una capacità produttiva di 100 mila tonnellate all’anno di ORIGO-BI® e su una superficie totale di 140.000 mq, il sito di Patrica occupa circa 90 dipendenti, senza considerare l’occupazione indiretta funzionale alla sua operatività (manutenzione, movimentazione materiali, etc.) e quella indotta. Lavora in stretta collaborazione con la Ricerca e Sviluppo Novamont per testare nuovi poliesteri e varianti di processo per l’utilizzo di materie prime rinnovabili. Dal punto di vista dell’impatto ambientale, la riconversione della seconda linea di produzione e il recupero del THF hanno consentito di generare vantaggi ambientali in termini di riduzione di emissioni di CO2 e di chilometri di trasporto su ruota evitati così quantificabili:
- 246.000 tonnellate di emissioni di CO2 equivalente l’anno evitate
- 296.000 Km di trasporto su ruota evitati, relativi al trasporto dei reflui contenenti THF che venivano smaltititi all’esterno del sito.
Mater-Biopolymer, in linea con la strategia Novamont basata sull’utilizzo di tecnologie prime al mondo per la rivitalizzazione di siti deindustrializzati, rappresenta un esempio virtuoso di sviluppo industriale in una logica di rigenerazione territoriale e di valorizzazione delle infrastrutture dismesse. L’impianto costituisce un ulteriore passo avanti nel modello di bioraffineria integrata nei territori promosso da Novamont, che ad oggi conta 6 siti riattivati e tra loro interconnessi, 4 tecnologie proprietarie e una serie di impianti di servizio fortemente innovativi, a loro volta in grado di produrre nuovi prodotti.
“Lo sforzo di industrializzazione realizzato da Novamont negli ultimi anni è stato enorme e ha pochi uguali a livello europeo”, ha dichiarato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont. “Dobbiamo però essere coscienti del fatto che quanto fin qui costruito non avrà rilevanza se non sapremo utilizzarlo per moltiplicare i casi di rigenerazione territoriale al punto che questi prevalgano su quelli di degradazione. Insomma, dobbiamo lavorare insieme verso un approccio rigenerativo delle risorse naturali che non deve essere visto come un limite ma come una grande opportunità di ridisegnare su basi sostenibili la nostra società con le radici nei territori, più inclusiva e contributiva, dove i piccoli e i grandi trovano uno spazio equo. In tutto questo il mondo dell’agricoltura e il suolo e la sua preservazione e rigenerazione sono fondamentali e vitali.”