Nordmeccanica presenta il suo primo impianto per produrre in alto vuoto film metallizzati. Si chiama PowerMet, adotta tecnologie a basso impatto
ambientale che riducono costi e consumi energetici, e raggiunge la velocità di 1.000 m/minuto.

L’8 luglio 2015 Nordmeccanica SpA ha organizzato, presso il quartier generale di Piacenza, un’open house a cui sono stati invitati converter di tutto il mondo, “nutriti” a tecnologia e buon cibo emilian-partenopeo – come l’anima della famiglia Cerciello, a cui fanno capo la proprietà e il management del gruppo. Cuore dell’evento, la presentazione in demo live della macchina che ufficializza l’ingresso nella metallizzazione di una società già leader nella spalmatura e accoppiamento – con una quota globale stimata del 65% – che dichiara obiettivi ambiziosi anche nel nuovo campo d’attività.
Parliamo di PowerMet, il primo impianto interamente progettato e realizzato in Nordmeccanica, in uno stabilimento ad hoc inaugurato a Piacenza la scorsa estate. «Si tratta – sottolinea con orgoglio il presidente della società, Antonio Cerciello – del metallizzatore in alto vuoto più veloce del mercato: raggiunge un’operatività reale di 1.000 metri al minuto, con bobine di larghezza fino a 2,9 metri». Detto altrimenti, PowerMet realizza 50 km di film in un ciclo che, tutto compreso, dura poco più di un’ora; al contempo, riduce sensibilmente l’impatto ambientale del processo, generando economie di materia prima, energia e risorse finanziarie.
Testimonial della prima dimostrazione pubblica, il Sottosegretario al Ministero dell’Economia, Paola De Micheli, dichiarata estimatrice della cultura imprenditoriale della società piacentina, che da sempre interpreta il  radicamento nel territorio come fattore di successo; ma anche il primo utilizzatore di PowerMet, ovvero la Manucor di Sessa Aurunca (CE) rappresentata dal suo presidente Carlo Ranucci, che sta investendo sulla metallizzazione a sostegno di un deciso ri-orientamento sulle specialties.

Obiettivo produttività

I metallizzatori PowerMet sono stati, dunque, progettati per rispondere alla crescente esigenza – espressa dai converter, internazionali e non, di imballaggi flessibili – di una maggiore produttività accompagnata a minori consumi di energia, scarti e fermi macchina per pulizia e manutenzione. Permettono inoltre di monitorare il processo in tempo reale, correggendo eventuali difetti in corso d’opera e senza interrompere il lavoro.
Nordmeccanica li ha dotati di caratteristiche all’avanguardia per conquistare il  mercato in crescita dei film metallizzati, che attualmente rappresentano su scala globale il 10% delle pellicole per imballaggio, impiegate nel comparto food e per produrre etichette e ologrammi di sicurezza.
Per appeal e prestazioni barriera, infatti, rappresentano un’alternativa al foil d’alluminio, rispetto al quale sono centinaia di volte più sottili, e sono ottenuti depositando, in una camera priva di aria alla temperatura di 1500 °C, un sottilissimo strato di metallo su un substrato di plastica o di carta.  
«L’investimento sui processi di metallizzazione ci ha consentito di estendere la nostra offerta a tutta la filiera dell’imballaggio», dichiara Antonio Cerciello. «Siamo partiti appena 18 mesi fa, con l’acquisizione di Galileo Vacuum System, e oggi siamo sul mercato con un prodotto totalmente innovativo, che ci garantisce un netto vantaggio competitivo rispetto ai maggiori competitor internazionali».
 
Innovazione e servizio per rimanere primi
In Nordmeccanica l’apertura della nuova linea di business è funzionale a un progetto di crescita che segue una strategia chiara e coerente: «Presidiare con competenza il nostro settore di riferimento, senza cedere a tentazioni “generaliste” e mirando a conquistare la massima quota di mercato; mantenere la struttura aziendale entro dimensioni gestibili; continuare a fare innovazione per restare ai vertici mondiali».
Gli obiettivi dichiarati sono un fatturato minimo di 30 milioni di euro nella metallizzazione (si parte dalla gestione dell’installato Galileo, di circa 400 macchine, per procedere con l’introduzione di 12-15 nuove unità all’anno), e una crescita ulteriore nell’accoppiamento, dove quest’anno Nordmeccanica prevede di passare dalle attuali 2.700 a 3.000 unità vendute, con un orizzonte di riferimento, espresso in valore, di 150 milioni nei prossimi anni.
                
L’arma principale, sottolinea a più riprese il Presidente del gruppo piacentino, è e resta la qualità: «Costruiamo macchine allo stato dell’arte e continuiamo a migliorarle, per realizzare materiali sempre più sottili (il risparmio di materia prima arriva anche al 25%), a velocità sempre più elevate e con scarti di avviamento sempre più esigui. E per il prossimo anno contiamo di presentare una nuova accoppiatrice che definirà nuovi standard di prestazione ed efficienza anche in quel segmento».    
Nordmeccanica investe in attività di R&D dal 5 al 7% del fatturato annuo, e collabora a stretto contatto con altri soggetti della filiera dell’imballaggio – come Siemens nell’automazione di processo, o il colosso della chimica Dow Chemical, con cui è impegnata nello sviluppo congiunto di tecnologie a “impatto ambientale zero”.
«Partner come questi, e clienti pari grado (Amcor, per fare un nome) stimolano anche la nostra capacità di servizio, che garantiamo ovunque, 24 h al giorno tutto l’anno». 

Crescere con l’export
Nordmeccanica SpA è stata fondata nel 1978 a Piacenza con un focus sulle macchine per accoppiamento e spalmatura. Antonio Cerciello l’ha rilevata nel 1998, avviandone l’espansione internazionale, insieme ai figli Vincenzo, direttore tecnico e responsabile R&D, e Alfredo, direttore finanziario e Presidente di Nordmeccanica Cina.
Napoletano, ingegnere meccanico di formazione, Antonio Cerciello inizia a lavorare in Alfa Romeo, ma in breve matura ampie competenze nel campo dell’imballaggio, dove opera da quasi cinquant’anni. Il suo “pallino” sono i mercati esteri: «Ho viaggiato ovunque, soprattutto in India e in Iran, e poi in Sudamerica dove, nell’83, ho fondato una mia società di ingegneria. Con un socio finanziatore e uno staff di ingegneri italiani, abbiamo realizzato stabilimenti chiavi in mano, dimensionati ed equipaggiati in funzione dei piani del committente, per il packaging di tutte le grandi aziende alimentari dell’area latino-americana».
L’acquisto di Nordmeccanica, di cui Cerciello era rappresentante in Sudamerica, avvenne quando all’eccellenza tecnologica delle sue macchine iniziò a non  corrispondere un’adeguata solidità finanziaria. «Ho quindi rilevato l’azienda, con l’intenzione di farla crescere sui mercati che conoscevo meglio – racconta Cerciello – ma presto abbiamo esplorato nuove strade e oggi operiamo con 280 dipendenti in cinque stabilimenti (3 in Italia, 1 Cina e 1 negli Stati Uniti), due sedi dirette in India e Argentina, e una rete di rappresentanze che copre 87 paesi del mondo».