La Repubblica dell’Uzbekistan – lo Stato più popoloso dell'Asia centrale, con oltre 27 milioni di abitanti, nato a seguito della disgregazione dell’ex Unione Sovietica – sta mettendo in atto una serie di misure finalizzate ad accelerare il processo di privatizzazione dell’economia e ad attirare investimenti esteri. Già avviate con successo, contano ad oggi circa 5.000 nuove imprese stabilite con la partecipazione di capitale straniero da oltre 90 paesi.
Le zone libere Il Governo in carica sta lavorando a creare, accanto alle tre già esistenti, quattro nuove “zone economiche libere” nelle regioni di Samarcanda, Bukhara, Ferghana e Khorezm, individuate dopo un’analisi del potenziale industriale e di investimento, oltre che della loro accessibilità. Principale obiettivo: l’attrazione di investimenti diretti di operatori stranieri e locali per creare produzioni moderne; lo sfruttamento razionale del potenziale di produzione e di risorse di queste regioni; la valorizzazione delle produzioni hi-tech basate su materie prime locali.
Fra l’altro, è prevista l’apertura di centri di ricerca e produzione per la standardizzazione, certificazione ed etichettatura dei prodotti conformemente agli standard internazionali, e la parallela azione politica necessaria al loro riconoscimento su scala globale.
Il periodo di funzionamento delle zone economiche libere è di 30 anni, con possibilità di estensione ulteriore; durante questo periodo, sui territori in questione si applicheranno agevolazioni fiscali e doganali speciali.
L’adeguamento delle infrastrutture In parallelo, la Repubblica asiatica è impegnata nella modernizzazione delle infrastrutture, a partire dalla rete stradale, già ben sviluppata ma non del tutto adeguata. In Uzbekistan ci sono oltre 184mila km di strade e autostrade che collegano anche le zone più remote e inaccessibili del Paese.
Nel quadro delle misure 2009-2015 per lo sviluppo della Strada Statale Uzbeka, sono state approntate diverse nuove autostrade a quattro corsie, conformi gli standard internazionali, che hanno permesso di ridurre di un 15-20% il tempo di attraversamento del Paese. Inoltre, oggi sono praticati più di 20 corridoi internazionali di trasporto.
L'interesse che queste infrastrutture rivestono per tutta l’Asia Centrale è confermato dagli aiuti erogati a sostegno di questo programma da varie istituzioni finanziarie come la Banca Islamica per lo Sviluppo, la Banca Asiatica per lo Sviluppo, i membri del Gruppo di Coordinamento Arabo.
Fonte: Ambasciata della Repubblica dell'Uzbekistan.