Come trarre il massimo beneficio da una riproduzione del colore in extended gamut? Standardizzando le fasi del lavoro, dalla prestampa alla validazione, e riorganizzando di conseguenza l’azienda. Come ha fatto Litoplas che oggi stampa metà dell’output con gamma cromatica estesa e mira al raddoppio.
Strategicamente situata tra le due Americhe, sulla costa colombiana, Litoplas è un converter proattivo in crescita vivace, con 400 dipendenti e una capacità produttiva di oltre 350 milioni mq, la metà dei quali stampata in ECG. In collaborazione con Bobst, che nel novembre del 2015 le ha fornito la prima macchina flessografica in extended gamut, ha fatto da apripista a questa tecnologia, non solo in veste di beta tester ma anche e soprattutto nella gestione di un sistema di stampa che impatta sull’intera organizzazione aziendale e richiede dunque un impegno specifico. Luis Mora, responsabile Mercato e Innovazione dell’azienda, ospite e testimonial all’ultima conferenza organizzata da Bobst per presentare la nuova flessografica ECG 20SEVEN, ci spiega perché si è concentrato su questa tecnologia, come l’ha inserita in azienda e con quali risultati.
Dottor Mora, essere pionieri garantisce importanti vantaggi competitivi ma è anche molto impegnativo e certo non esente da rischi. Quando avete optato per l’ECG? E perché?
L’idea ci arrivò da un vecchio cliente lungimirante. L’ECG è sul mercato da tanti anni e il fatto che alcuni marchi stessero già stampando con questo sistema ci ha stimolato a capire se potessimo adottarla anche noi. Negli ultimi anni avevamo investito così tanto nello sviluppo tecnologico e di conoscenze che era insensato credere che fosse al di fuori della nostra portata. Così, all’inizio del 2014, abbiamo ricominciato a studiarlo, verificato l’interesse dei vantaggi correlati e avviato un progetto specifico.
Entrando nel merito, in che cosa consiste la maggiore qualità ed efficienza di questo sistema di riproduzione del colore? E come ha influito sui processi di lavorazione di Litoplas?
L’alta qualità degli stampati in ECG deriva da due fattori: una gamma di colori più ampia e inchiostri più puri e intensi. Quando spieghiamo perché il gamut esteso comporta una migliore qualità di stampa di solito facciamo il paragone coi televisori. Un televisore non è in grado di riprodurre tutti i colori che l’occhio umano è in grado di catturare; ogni salto tecnologico fa un progresso, aumentando lo spettro visivo e quindi la nostra percezione. Dal momento che noi non possiamo adottare la tecnologia al plasma o led sui nostri packaging, abbiamo scelto di sviluppare tre colori aggiuntivi, selezionati strategicamente per ampliare la gamma di colori di stampa, utilizzando il più possibile inchiostri molto intensi. Abbiamo così a disposizione una paletta di colori più ampia su cui lavorare in fase di prestampa. Le grandi efficienze di questo sistema derivano dai minori tempi di fermo stampa, dovuti al fatto che il cambio di inchiostro e la calibrazione dei colori richiedono meno tempo che nei processi convenzionali. In passato per passare dal colore A al B dovevamo pulire la macchina. È lo stesso che accade ai nostri clienti in fase di confezionamento, quando devono passare da un alimento dal sapore A ad uno dal sapore B: sarebbero esterrefatti di poter fare il cambio senza una intensa attività di pulizia delle macchine di riempimento. Quanto al color matching, usare sempre gli stessi 7 colori, e dunque ripetere gli stessi processi, permette di conoscere sempre meglio i parametri degli inchiostri e quindi di ottimizzarne l’uso. Migliorare la conoscenza della viscosità, della temperatura, dei parametri di stampa ottimizza il processo e di conseguenza aumenta la capacità di definire le specifiche del lavoro. E quando tutti i parametri sono definiti correttamente (anilox, lastra, biadesivo, stabilità di stampa, registro, viscosità, pressione eccetera) anche la calibrazione sarà qualcosa di cui non preoccuparsi.
Quali sono gli aspetti più critici dell’ECG?
La gestione del colore in fase di prestampa, il controllo quantitativo dei processi e convincere i clienti ad accettare il risultato finale. L’ultima parte è stata la più difficile.
Come avete fatto?
Per la prestampa abbiamo sviluppato un sofisticato workflow di gestione colore interamente nuovo, in grado di garantire l’armonizzazione tra la prova colore e le stampe effettive. Ha richiesto un duro lavoro sia per noi che per i nostri fornitori. Per il controllo del processo abbiamo applicato una strategia 6sigma a seguito della quale mettiamo in campo un controllo statistico che rende il processo prevedibile. Infine, per far sì che aspettativa del cliente e risultato finale siano allineati stiamo lavorando intensamente: l’ECG ha i suoi pro e i suoi contro – come qualsiasi altra tecnologia. Noi siamo convinti che i “contro” siano piccoli dettagli che un consumatore finale non nota perché poco rilevanti per lui. I test live che abbiamo sviluppato lo hanno confermato: solitamente i consumatori notano un sacco di altre cose e non questi piccoli “contro”.
In una recente presentazione ha affermato che con l’ECG una macchina flessografica diventa simile a una digitale. Che cosa intende?
È l’argomento che colpisce di più quando si sente parlare di ECG per la prima volta e va chiarito che si tratta di un ideale regolativo. Il digitale è una tecnologia plug and play – alla fine per eseguire la stampa si preme un pulsante – mentre la flessografia è molto più complessa. E anche se con l’implementazione dell’ECG la gestione di una macchina flexo può sembrare molto simile a quella di una stampante digitale (con il famoso bottone da schiacciare), in realtà a chi ci lavora le differenze sono evidenti. C’è bisogno di un impegno costante a migliorare i processi e di un duro lavoro quotidiano per avvicinarsi passo dopo passo a quella visione un po’ utopica della stampa.
Quali cambiamenti ha dovuto implementare in azienda, a livello organizzativo e di attrezzature? E in termini di cultura generale del lavoro?
Sul piano organizzativo abbiamo lavorato per sviluppare funzioni più specializzate, soprattutto a livello di coordinamento; un percorso di istruzione e formazione è servito a dare agli operatori una maggiore autonomia. Dal punto di vista operativo, la stampa ECG è più impegnativa di quella convenzionale, e chiede un controllo rigoroso del processo. La disponibilità di attrezzature più moderne e sicure aiuta a governare meglio le variabili e da questo punto di vista siamo molto soddisfatti delle prestazioni delle nostre macchine Bobst. Una volta consolidati i risultati del metodo 6sigma tutti potranno constatare quanto il controllo quantitativo del processo sia funzionale alla qualità del lavoro, facendo propria la cultura della gestione dei dati.
Un aspetto particolarmente delicato riguarda i controlli di eptacromia. Come li ha gestiti? E con quali risultati?
Tutto dipende dalla capacità di riprodurre al meglio le condizioni di stampa ottenute nella prima fase. Abbiamo pertanto sviluppato un sistema in grado di convalidare costantemente la ripetibilità dei dati di caratterizzazione, e l’abbiamo introdotto nel nostro controllo di qualità per cui ora possiamo monitorare questi dati e migliorare continuamente il nostro processo. I risultati sono fantastici. Abbiamo raggiunto una capacità operativa con valori superiori a 4sigma, il che significa meno dello 0,6% di possibilità che un campione oltrepassi i limiti di tolleranza stabiliti.
A Bielefeld, dove ha fornito un resoconto della vostra esperienza agli ospiti di Bobst, ha sottolineato che il progetto è stato realizzato in collaborazione con una rete di fornitori operativi entro un raggio di 200 chilometri dalla vostra sede di Barranquilla. Perché è tanto importante?
Noi crediamo che lavorare da soli non permetta di raggiungere produttività e successo sul lungo termine, quindi riteniamo estremamente importante operare in rete con i partner. Ci piace poter lavorare a stretto contatto con i clienti e i fornitori e trattarli come collaboratori; è il metodo che adottiamo per lavorare e impegnarci insieme a raggiungere obiettivi comuni vantaggiosi per tutti. L’ECG richiede un lavoro intenso dedicato a conoscere meglio le prestazioni della macchina da stampa. La scelta dei parametri corretti è fondamentale per una buona riuscita del lavoro. Collaborare con fornitori e clienti rende le cose più scorrevoli creando le premesse di un grande business per tutti gli attori coinvolti.
Qual è il bilancio complessivo di questa iniziativa ad oggi? E i progetti futuri?
Attualmente stampiano la metà dei volumi in ECG e stiamo lavorando per convertire fra il 60 e l’80% dell’altra metà entro l’anno prossimo. Per noi ormai non ha più senso continuare con la stampa convenzionale. Stiamo migliorando costantemente le nostre competenze nell’ECG. Vogliamo tempi di fermo inferiori, un gamut più ampio, una prevedibilità del processo superiore e migliori prove colore. Siamo soddisfatti di ciò che abbiamo fatto fino ad ora e di come funzionano le cose, ma crediamo di poter fare meglio e ci stiamo impegnando per questo. Stiamo per rilasciare la nostra seconda versione della stampa ECG con l’obiettivo di raddoppiare la nostra gamma di colori e di offrire ulteriori vantaggi ai nostri clienti per far sì che i loro prodotti “buchino” lo scaffale e si differenzino da quelli dei concorrenti, aumentando il valore del brand.
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Litoplas è un coverter di packaging flessibile, con sede a Barranquilla, Colombia, e una capacità produttiva annua di oltre 350 milioni di metri quadri. Opera soprattutto nei mercati degli snack, prodotti da forno, bevande, caffè, condimenti, pasticceria, alimenti secchi, igiene personale e della casa e pet food.
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