Estendere il gamut ma anche effettuare setup più rapidi senza il cambio inchiostri: scopriamo i vantaggi dell’eptacromia
Parleremo di eptacromia tornando a un primo incontro con l’argomento, il 23 aprile 2024, quando durante una serata culturale organizzata da ACSG, TAGA Italia è intervenuta con più relazioni su diversi aspetti di questa metodologia di stampa. Piero Pozzi di Colorgraf ha parlato di inchiostri e sequenze colore, Alessandro Mambretti di Kyocera ha fatto un affondo sul mondo digitale e Luca Morandi ha affrontato la sostituzione dei colori e le criticità del processo; dati sui trend di mercato e sulle applicazioni hanno inoltre mostrato come gli operatori stiano approcciando il tema. Ecco gli spunti più interessanti.
Efficienza di processoe risparmio di inchiostro
Durante la serata, Piero Pozzi ha proposto una carrellata di informazioni relative alle applicazioni della stampa in eptacromia, in particolare alle operazioni di miglioramento delle immagini e alla sostituzione di colori speciali con una sequenza di colori che rimane fissa in macchina.
Le due operazioni hanno chiaramente focus differenti. La sostituzione dei colori permette di rendere più efficaci i setup della macchina, eliminando i tempi di lavaggio. Infatti, un unico setup con i classici 7 colori CMYKOGV, potrebbe permettere di riprodurre i colori speciali o Pantone® con una grande accuratezza che sarà più o meno adeguata in funzione dei singoli lavori.Interessante l’esempio concreto mostrato in sala: la realizzazione di un’etichetta dove si vede l’applicazione della stampa in eptacromia a confronto di una stampa fatta in CMYK+3 spot.
Dall’esempio e dai numeri presentati si è potuto evidenziare che una corretta gestione del file permette di ridurre il consumo di inchiostro in macchina fino a un significativo -24%. Pozzi ha offerto un ulteriore spunto interessante riguardante l’approccio digitale al processo di stampa, anche nei processi tradizionali.
Criticità e metamerismo nella stampa in eptacromia
Luca Morandi ha proposto l’analisi di alcune problematiche insite nella sostituzione dei colori speciali con un processo in eptacromia. La stampa in questo caso, sebbene porti con sé alcuni innegabili vantaggi già elencati, introduce nel processo alcune problematiche che vanno valutate e gestite.I colori speciali, ad esempio, possono soffrire di metamerismo e in caso di stampa multicolore questo problema non può essere risolto (mentre nella riproduzione tradizionale in genere può essere controllato).
Inoltre i colori speciali possono perdere alcune caratteristiche di resistenza, che con pigmenti speciali invece potrebbero essere mantenuti. Infine si potrebbero evidenziare problemi di registro dei colori, di simulazione o di soft proofing. Nonostante questo, sia Morandi sia Pozzi hanno parlato dell’eptacromia come di un’opportunità che propone applicazioni estremamente efficaci. Il punto nodale è adottare l’approccio corretto: un approccio tradizionale si rivela qui controproducente, in quanto i consueti strumenti di lavoro (correzione densità, aggiustamento dei colori, modifica anilox eccetera) non possono essere applicati a questo processo.
L’eptacromia chiede un approccio digitale, che permetta la piena padronanza del processo, un’adeguata calibrazione e conseguentemente una prevedibilità dei risultati che permette di ottimizzare il processo produttivo prima che questo arrivi alla macchina da stampa. La macchina da stampa diventa quindi un “device” sul quale il risultato è raggiunto solo se il processo a monte è controllato e calibrato in ogni suo aspetto.
Stampa in eptacromia: estensione del gamut e approccio digitale
Alessandro Mambretti ha offerto un originale punto di vista evidenziando come le differenti tecnologie di inchiostri (toner, inkjet ecc.) permettono di aumentare il gamut – uno degli scopi principi della stampa in multicromia – senza obbligatoriamente aggiungere OGV. Molti sono, infatti, i casi di tecnologie digitali che usano CMYK ad alta saturazione per ottenere una copertura di gamut ampia, e a questi colori di base si aggiungono colori speciali come Oro, Argento e Bianco.
Anche nel digitale, l’aggiunta di colori come i “light” hanno il compito di aumentare il gamut e ridurre in generale le quantità di inchiostro utilizzate per la realizzazione del lavoro e qui l’approccio digitale è imprescindibile. Stampare in eptacromia è sicuramente un’opportunità di sicuro interesse per gli stampatori ma per avere il giusto approccio bisogna riflettere su tutto il processo, dalla gestione dei file fino alla misurazione degli stampati. Solo con un workflow calibrato su queste specifiche è possibile approfittare delle potenzialità di questa metodologia di stampa e ottenere risultati prevedibili e di qualità.