Alessandro Bicego, Chief Product Manager Rotogravure & Special Machine Division di Uteco, spiega come e perché nell’epoca delle tirature corte il costruttore veneto vara un intenso programma di R&D dedicato alla rotocalco. Con due grosse novità in arrivo.
La roto è morta, viva la roto. Pur rimanendo, nelle coscienze e nei fatti, ai vertici della qualità di stampa, la rotocalco sembra soffrire il confronto con le altre tecnologie – sul piano della flessibilità come dei costi e tempi di utilizzo. I costruttori, però, non ci credono, anzi rilanciano. Come Uteco, che ha varato un programma di sviluppo ambizioso e si appresta a presentare due nuove macchine di sicuro interesse. Ce ne parla Alessandro Bicego, responsabile della divisione roto e macchine speciali del gruppo.
Con il moltiplicarsi delle tirature corte si sente parlare sempre meno di stampa rotocalco. Perché?
Perché si ha una concezione vecchia della tecnologia e della macchina rotocalco, che non tiene conto degli avanzamenti presentati dai costruttori leader. E neppure di un fatto elementare: fino a quando la qualità della stampa roto non sarà perlomeno eguagliata dalle altre tecnologie, e con lo stesso rapporto costi-risultati, questa avrà modo di esistere.
Perché Uteco ha deciso di finanziare un impegnativo programma di R&D dedicato alla roto?
Uteco è molto attenta alle esigenze degli utilizzatori. Sono stati loro a chiederci delle macchine roto in grado di competere con la flexo assicurando, però, la qualità della prima. Senza contare che in questi anni si sta delineando un trend interessante: esistono sempre meno “stampatori flexo” o “stampatori roto” perché i converter sfruttano tutte le tecnologie di stampa per interagire con un mercato che ha bisogno di più cose.
Quali sono gli aspetti su cui state lavorando maggiormente?
La sostenibilità, per minimizzare il consumo energetico e gli sprechi, ad esempio riciclando e riutilizzando solventi e substrati direttamente in macchina. E naturalmente i cambi lavoro rapidi, con l’ausilio di automatismi che velocizzino i passaggi e aiutino gli addetti macchina a lavorare con serenità, concentrandosi sulla qualità. Questo richiede anche sistemi sempre più evoluti e automatici di start-up, e l’impiego di software per la gestione e il controllo semplice e intuitivo della macchina. Determinanti, infine, i risultati in termini di tracciabilità e riduzione dei costi.
Che risultati avete raggiunto?
Nell’ultimo decennio, l’interesse del gruppo si è anzitutto focalizzato sulle macchine ad alto valore aggiunto per applicazioni speciali, tipicamente nell’aerospace e security. Poi, nel 2013, abbiamo varato il progetto “Next 450” che mira a costruire macchine rotocalco di altissima tecnologia, con prestazioni elevate, a un prezzo che potesse offrire agli utilizzatori un vantaggio immediato. I (primi) risultati parlano da soli. Nel 2015 abbiamo presentato la nuova Next 450, che a fine 2016 si era già distinta sul mercato internazionale per tasso di innovazione e in Uteco per record di vendite. E ora, nel corso del 2017, lanceremo due nuove versioni: la Next 350, entry level per velocità e costi, per servire le esigenze dei mercati emergenti; e la NXS 300, destinata a far tramontare per sempre l’idea che la roto non è adatta alle corte tirature. L’anteprima ufficiale è prevista per metà anno ma la macchina è già stata acquistata da due clienti, e altri cinque hanno firmato un pre-ordine.