“Per affrontare con decisione un mercato competitivo e in continua evoluzione è assolutamente necessario essere sempre più flessibili, rapidi e innovativi”. Questa la visione di Francesco Niorettini, direttore generale Italgrafica Sistemi, azienda leader nel settore delle etichette industriali, divenuta nel tempo un punto di riferimento internazionale grazie alle specifiche competenze tecnologiche, l’attenzione alla qualità, all’ambiente e alle esigenze di ogni cliente. Italgrafica negli ultimi anni ha installato 3 OMET Flexy-S 330 e 1 XFLEX X6 completamente personalizzate, più una ibrida XJet, con una seconda ibrida flexo+digitale in consegna nel 2020.
Italgrafica sistemi ha avviato la produzione nel 1992, partendo dall’esperienza maturata da Francesco Niorettini nel settore della stampa serigrafica. “Siamo partiti da zero – spiega il Direttore Generale – iniziando un percorso che oggi ci ha portato ad un fatturato di gruppo di circa 12 milioni di euro. Inizialmente ci siamo concentrati sul settore industriale, con etichettature di tipo tecnico da applicare sulle apparecchiature. Questo ci ha permesso di sviluppare nel tempo un know how approfondito sugli adesivi e su altre caratteristiche dei prodotti”.
Verso il 2004-2005 Italgrafica ha iniziato a produrre anche in altri settori: alimentare, beverage e cosmetica. “Abbiamo intuito che sul mercato erano ricercate caratteristiche tecniche non soddisfatte, soprattutto nel campo degli adesivi, laddove noi eravamo molto specializzati. Per citare un esempio: un cliente del settore alimentare aveva l’esigenza di applicare etichette rimovibili con facilità dai vasetti di vetro, perché gli utilizzatori finali volevano riutilizzare i contenitori. Per questo abbiamo sviluppato un tipo di adesivo specifico e, visto l’ottimo risultato, oggi offriamo questo adesivo anche ad altri clienti”.
Le competenze tecniche nell’ambito degli adesivi e dei materiali, associate ad una estrema flessibilità, si sono dimostrati elementi in grado di sviluppare un vantaggio competitivo insostituibile e molto differenziante rispetto alla concorrenza. “Il punto di partenza per noi è sempre il cliente, le sue esigenze e sul suo prodotto – continua Francesco Niorettini – in seguito nasce la proposta di una soluzione. Ad un produttore nel settore automotive, per esempio, possiamo offrire materiali molto tecnici, che comportano, tra l’altro dei costi di produzione importanti, mentre per i produttori alimentari, offriamo soluzioni più economiche ma totalmente adeguate alle esigenze del comparto. La nostra caratteristica è proprio quella di seguire il cliente agendo come consulenti per lo sviluppo di un’offerta personalizzata”.
Dopo il declino del 2008-2009 nel settore delle etichette durevoli (matricole o etichette per prodotti elettrodomestici, caldaie, macchine industriali), molte aziende hanno delocalizzato nell’Est Europa. Italgrafica, invece, ha agito in controtendenza, mantenendo l’attività in Italia e puntando sull’innovazione, dando attenzione ai materiali, alle finiture, ai dettagli. “In quegli anni ci siamo distinti facendo qualcosa in più rispetto ai competitor, che solitamente si muovono quando i clienti sollecitano – precisa Francesco Niorettini -. Per noi invece è stato l’opposto, abbiamo consigliato i clienti per produrre etichette innovative e conformi alle normative, ottimizzando i costi. Cerchiamo costantemente la novità, provando a capire nel dettaglio pregi e difetti di tutti i materiali offerti dal mercato, analizzando e verificando le loro caratteristiche”. A differenza di molti altri in Italgrafica non riteniamo che questa scelta sia “costosa”, ma che sia un investimento che premia, a patto, però, di avere una struttura organizzativa e delle procedure interne molto solide.
Italgrafica negli ultimi anni ha installato diverse macchine OMET tutte con personalizzazioni mirate a performance particolari grazie alle quali si è resa unica sul mercato (doppie etichette, lamine, finiture). “Quando abbiamo preso la prima macchina – racconta Francesco Niorettini – abbiamo scelto OMET perché avevamo necessità di stampare un formato (non come larghezza ma come passo di stampa) che altri competitor non erano in grado di offrire. La OMET, a differenza degli altri, poteva installare cilindri fino a 24 pollici. Già dopo la prima macchina abbiamo capito che OMET era un’azienda performante, seria, che rispondeva alle nostre esigenze. Ancora oggi è affidabile, tanto da essere considerata un partner più che un fornitore. So che posso prendere il telefono e comunicare con diverse persone all’interno dell’azienda, e queste si adoperano per trovare soluzione alle nostre esigenze con precisione e velocità. OMET è strutturata per sviluppare progetti nuovi e personalizzati come quelli di cui ci occupiamo noi. Nonostante in questi anni sia cresciuta notevolmente, non ha perso la flessibilità, anzi ha trasformato questo aspetto in un punto di forza”.
La tecnologia ibrida è stata l’ultima arrivata in casa Italgrafica e Niorettini ritiene sia strategica per il futuro del mercato. “Abbiamo installato la prima ibrida OMET XJet nel 2018 – dice -. Abbiamo fatto esperienza e abbiamo capito che è la macchina giusta per la tipologia di mercato che stiamo affrontando. Noi la vediamo come una macchina produttiva 4.0 avanzata, non solo perché ha il digitale o perché consente tirature piccole. Su questa linea (e sulla prossima che installeremo) facciamo tirature elevate, che normalmente stampiamo sulle flexo. Anche se la stampa è più costosa, lo svantaggio viene sopperito quando la stampa che dobbiamo fare ha tante variabili: risparmiamo tempo e il tempo è la risorsa più costosa che abbiamo. Il risparmio di tempo sui cambi lavoro sopperisce abbondantemente al maggior costo di stampa rispetto alla flexo”.
“Anche oggi esistono grandi tirature – continua Francesco Niorettini – ma posso affermare che una quota significativa delle nostre produzioni deriva anche da ordini con tirature non particolarmente elevate che spesso comportano anche numerose variabili. Abbiamo configurato la macchina ibrida in modo che il risultato sia eccellente anche in questi casi, ottenendo grandi risultati”.
La tecnologia ibrida crescerà in futuro? “Sicuramente sì – risponde Francesco Niorettini – anche per le peculiarità del mercato italiano in cui ci sono tirature differenti rispetto all’estero. Non solo per le quantità ma anche per la frequenza degli ordini che nel nostro paese possono essere quindicinali, mentre all’estero sono spesso trimestrali”. “Bisogna essere sempre più flessibili e rapidi se si vuole affrontare il mercato del futuro – conclude Francesco Niorettini -, perché questo sarà sempre più dettagliato e mutevole. Si fa sempre meno magazzino, si gestisce la produzione sempre più con sistemi logistici kan ban, i dati variabili sono sempre più richiesti. Questi fattori vanno considerati nella fase progettuale a monte e in quella produttiva a valle. Si pensi alle etichette con le tabelle nutrizionali che subiscono variazioni ogni qualvolta entra in vigore una nuova normativa oppure alle esportazioni dove le regole cambiano di frequente. Le informazioni sulle etichette cambiano continuamente e o inizieremo a fare solo etichette con marchio e QR code, oppure dovremo avere la capacità di rispondere efficacemente alle richieste dei clienti. Noi stiamo investendo su questo secondo aspetto, perché sappiamo che un’etichetta non è mai solo un’etichetta, ma il biglietto da vista del brand”.
Questa intervista è stata realizzata dalla redazione di Archipelago ed è stata pubblicata online in italiano e inglese in data 20 maggio 2020.