Confronto fra i costi della stampa offset, flexo e roto nelle tirature brevi e lunghe: Goss quantifica i vantaggi della sua rotativa offset Vpak prendendo in esame due lavori emblematici, su packaging flessibile e cartoncino teso.
Diversificare l’offerta attira nuovi clienti e, in ultima analisi, fa aumentare le vendite. I marketer del largo consumo – dati alla mano – ne sono convinti e il numero di SKU (Stock Keeping Unit, numero di unità prodotto) continua ad aumentare. Ma se il fenomeno entusiasma le aziende di marca, per i trasformatori di imballaggio rappresenta una sfida parecchio impegnativa. Ridotto all’essenza, il problema si può esporre così: dal punto di vista dei costi, e infine dei profitti, gestire 25 tirature da 30.000 m2 non è conveniente come realizzare una sola tiratura da 750.000 m2.
Questo premesso, saper calcolare con efficacia il costo reale di ciascun lavoro diventa sempre più necessario per gestire un’impresa in grado di generare valore aggiunto. I modelli di riferimento si sono evoluti da “calcolo del costo reale di un lavoro” a calcolo del “costo per unità”. Goss si è adeguata e ha potuto dimostrare che le sue rotative Vpak per la stampa offset di packaging sono più convenienti delle macchine basate su altre tecnologie.
Il recente successo della Vpak si deve anche a un’analisi comparata dei processi flexo, roto e offset, tenuto conto di tutti gli elementi in gioco, inclusi scarti di avviamento, ammortamento, costi dei lavori ripetuti, consumo energetico, substrati, inchiostro e lastre.
Un esempio nel packaging flessibile
I grafici visualizzano la distribuzione dei costi fra le tecnologie di stampa in esame, nel caso di una tiratura lunga (ovvero la stampa di un solo soggetto su 150mila mq) e nel caso di 10 tirature brevi equivalenti, ovvero 10 ristampe da 15mila mq ciascuna. Il lavoro consiste nella stampa di un packaging flessibile a 6 colori, su bobina da 1.051 mm, impiegando inchiostri EB per l’offset e inchiostri a base solvente per la flexo e la roto. Nel caso della tiratura lunga unica, vediamo che l’offset è più che vantaggiosa riguardo al costo delle lastre (inesistente), mentre flessografia e rotocalco consumano meno inchiostri e substrati; infine, riguardo alle altre voci le tre tecnologie risultano più o meno equivalenti.
Il discorso cambia radicalmente esaminando le 10 tirature brevi. In questo caso, il vantaggio economico della offset Vpak è evidente: il fattore lastre praticamente dimezza il costo complessivo dei dieci lavori.
Il fattore qualità Se a questo vogliamo aggiungere delle considerazioni relative alla qualità dei lavori, va detto anzitutto che le rotative Vpak di Goss possono gestire film e lamine fino a 9 micron e raggiungere il 98% della gammaPantone®, impiegando un ampio gamut di colori senza dover ricorrere a colori speciali e costi derivati. Le Vpak, inoltre, vantano una qualità di riproduzione simile a quella fotografica, in quanto mettono in campo retinature fino a 150 l/cm e il retino stocastico/FM.
Le opzioni di finitura in linea e le configurazioni ibride, che possono comprendere unità per stampa digitale, flexo e rotocalco, garantiscono i requisiti di produttività, efficienza e flessibilità richieste in un’ampia gamma di applicazioni.
Infine, l’uso di inchiostri compatibili con gli usi alimentari e a reticolazione EB ne garantiscono la conformità alle normative riguardanti la migrazione e, più in generale, la sicurezza per la salute.
Il caso del cartone
La tecnologia offset rotativa risulta vantaggiosa anche nelle applicazioni su cartoncino pieghevole e nella prestampa su cartone ondulato, dove regge bene il confronto con la offset a foglio, che in Italia rappresenta il processo più diffuso. La Goss Vpak stampa ad alta qualità su carta e substrati di cartone con spessori variabili fra i 50 e i 600g/m2, anche patinati, verniciati e/o laminati in linea oppure offline.
Inoltre può vantare dei plus rilevanti sul piano ambientale: considerando che la sostenibilità rappresenta una priorità per la maggior parte delle aziende, è interessante che la offset metta in campo un processo di produzione efficiente, continuo e snello, che permette di sfruttare al meglio la larghezza del materiale riducendo, di conseguenza, gli scarti.