Partendo dall’ottimo consuntivo 2019 e transitando per un roseo inizio 2020, si atterra “sul duro” del lockdown a marzo – mese in cui, peraltro, gli stampatori (non tutti ovviamente, e non con la stessa lena) hanno continuato a lavorare. Ma dopo…
Esperienze, riscontro di mercato e prospettive di due grandi costruttori di macchine da stampa nella videointervista di Enrico Barboglio, CEO @Stratego Group che, ogni giovedì alle h16 apre le porte del Salotto virtuale di Stratego per parlare di futuro con l’hashtag #Stampiamoavanti.
Il 16 aprile è stato il turno di Konica Minolta Business Solutions Italia e Heidelberg Italia, rispettivamente rappresentate da Antonio Maiorano (Sales Director Professional Printing) e Alberto Mazzoleni (Managing Director), che succedono agli stampatori intervistati le settimane precedenti – PressUP, ACM, Eurolabel, Ghelfi Ondulati, Faenza Group, Grafica Metelliana – con il proposito di facilitare la condivisione di informazioni e riflessioni interfiliera. In un momento di massima incertezza in cui progettare è urgente e non si danno ricette preconfezionate.
Ok per il packaging ma gli altri sono al -50% (o chiusi)
Entrambi i fornitori di macchine e tecnologie per la stampa (tutta improntata al digitale Konica, più classicamente articolato in analogico e digitale il portfolio di Heidelberg), le due multinazionali, sostanzialmente diverse per proposta di prodotti-servizi, approccio al mercato e aree di sbocco, si sono scoperte allineate per esperienze e valutazioni. “L’arrivo” del problema è stato descritto in modo simile dai due manager: un anno fiscale (che in entrambe le aziende chiude a fine marzo Ndr) con prospettive di traguardi molto positivi, un marzo all’insegna della confusione “dove le telefonate quotidiane erano per sapere se fossimo operativi”, e una fine mese in cui, man mano che il quadro si faceva più preciso, iniziavano a calare le richieste di assistenza tecnica (oggi ridotte anche del 70% “sebbene negli ultimi giorni si sia registrato una lieve tendenza al rialzo” precisa Maiorano per Konica), chiaro sintomo che gli stampatori lavoravano ma a scartamento ridotto. Con una differenza relativa all’andamento molto positivo delle vendite di materiali di consumo in Heidelberg, “verosimilmente per timore di difficoltà successive di approvvigionamento”.
Il mese di marzo è stato per tutti quello delle task force per affrontare l’emergenza, dell’allestimento dello smart working e della revisione dell’operatività fisica. E per i clienti, in particolare, della riorganizzazione produttiva “più rapida per i grandi stampatori e converter, più faticosa per la media dei piccoli. E con l’ovvia e risaputa differenza fra chi è attivo sul packaging e le etichette, che ancor oggi lavora come e più di prima, e chi opera nella stampa editoriale e commerciale dove le aziende hanno ridotto l’operatività anche del 50%, quando non hanno chiuso addirittura” stima Alberto Mazzoleni.
Macchine: come cambia il servizio
In questo contesto la cura di entrambi fornitori è stata di garantire continuità di rapporto e assistenza.
– In Konica questo è significato effettuare da remoto tutti i servizi commerciali e di supporto, “ma anche rendere disponibili gratuitamente a tutti i clienti una serie di strumenti e contenuti digitali messi a punto al nostro interno: modelli e istruzioni su come gestire il cash flow in momenti di crisi, un portale di repository dove i clienti trovano anche le informazioni che prima fornivamo face to face, e molta più assistenza tecnica da remoto, video e a voce, di quanta già facessimo prima. E quando anche i clienti impareranno a utilizzare bene una serie di nuovi strumenti, ne beneficeremo tutti anche in futuro”, riassume Maiorano. “Il che non significa rinunciare alla stretta di mano…”.
– Analogamente in Heidelberg il dipartimento commerciale lavora come e quanto prima, sebbene da remoto, mentre “abbiamo incrementato i servizi digitalizzati anche laddove prima il cliente preferiva chiamare il tecnico”. Servizi, precisa Mazzoleni, “che eroghiamo dallo stesso numero di telefono e anche in aree fino ad oggi servite di persona”. “Alla fine – stima il manager – tutti avremo imparato a usare meglio strumenti che non avevamo mai veramente sfruttato, anche se non credo che cambieranno radicalmente le modalità di relazione tradizionale: noi italiani abbiamo troppo bisogno di fisicità”.
E aprile?
Dall’osservatorio dei costruttori di macchine ad aprile si registra un sensibile calo degli ordini, con molte aziende di stampa che hanno rallentato l’attività o addirittura hanno chiuso, e questo si è tradotto in minore azioni di assistenza sulle linee. E le nuove installazioni?
– In pillole, e parlando in generale, in Konica si lavora, caso per caso, per posticipare l’installazione delle macchine già acquistate, sperando in una ripresa di attività intorno a giugno e senza grandi differenze fra Italia e Paesi vicini (“con l’eccezione del Portogallo che non si è mai fermato”), mentre pare che l’Asia si muova più velocemente verso un ritorno alla normalità.
– Anche Heidelberg, una volta concluse delle installazioni già avviate (che, notoriamente, richiedono un certo periodo di tempo) ha elaborato un piano di ripresa post crisi delle consegne di macchine “soprattutto laddove era richiesta la presenza di tecnici tedeschi, bloccati al di là delle frontiere sia dalle restrizioni vigenti in Germania sia dalla rigida politica italiana (e lombarda ancor di più) di contenimento, mentre in altri Paesi vicini la circolazione delle persone, almeno all’interno dei confini nazionali, è soggetta a molte meno limitazioni di movimento”.
Fine della delocalizzazione?
Sui media economici si inizia a prospettare un ritorno in patria delle attività produttive delocalizzate all’estero (tipicamente in Cina, ma non solo), con una conseguente ridefinizione della catena di approvvigionamento. Ma nella realtà non cambierà granché per le grandi multinazionali che operano su scala internazionale, riflette Maiorano, mentre a livello locale assisteremo a un ritorno di fiamma per i fornitori più vicini: “si tornerà a stampare in casa”. Discorso diverso per i brand owner dei beni di consumo confezionati: se il Governo sarà in grado di sostenere l’industria nazionale, le esportazioni italiane all’estero non cesseranno”.
Analogo il pensiero di Mazzoleni: “fra due o tre mesi si riparte come prima. Ma localmente molto dipenderà da quanto il Governo butterà sul tavolo per incentivare le aziende nazionali – che, intanto, avranno imparato a lavorare di più sul territorio”.
Pagamenti e lanci di nuovi prodotti: due temi caldi
L’allarme mancati pagamenti serpeggia in tutta la filiera ed è un problema importante. Anche i costruttori sono impegnati a gestire una diffusa tendenza a richiedere dilazioni delle scadenze. Argomento delicato, sottolineano entrambi i manager, che in Konica si affronta con il supporto di partner finanziari e strumenti ad hoc, e in Heidelberg, valutando caso per caso, con la massima disponibilità e la necessaria prudenza. Pensando fin da subito che dopo la crisi ci sarà la ripresa e che anche questa andrà supportata.
Meno delicato, sebbene da gestire ex novo con una bella capriola del marketing, il “che fare” delle nuove macchine e tecnologie approntate per il lancio a drupa 2020. Nessuno le chiuderà nell’armadio per un anno. I costruttori sono pronti, anche sul piano produttivo, e gli addetti alle vendite stanno già scaldando i motori in vista della ripartenza: “a drupa 2021 porteremo casomai qualche piccola sorpresa”..
Ma quale ripartenza? Quando?
“Salvo sorprese” a settembre, stimano i due manager, e magari anche un po’ prima. Anche perché agosto, verosimilmente, non sarà un mese di ferie, anzi… “sarà più lavoro che vacanza”…
La videointerviste Maiorano e Mazzoleni si può rivedere QUI.