A ICE Europe 2017 esseCI e il Fraunhofer Institute presentano i primi risultati di una collaborazione che mira allo sviluppo del trattamento a fiamma delle superfici plastiche. E aprono a nuovi partner.
Stampa, trasformazione e adesione dei materiali plastici richiedono che la superficie venga pretrattata. Il trattamento a fiamma è uno dei modi per ottenere la cosiddetta attivazione e attualmente è utilizzato in molti settori industriali, con ulteriori potenziali di sviluppo. Il famoso Fraunhofer Institute per la ricerca applicata sui polimeri di Potsdam (IaP) e la società italiana esseCI – prim’attore globale nelle tecnologie e sistemi per l’attivazione superficiale di poliolefine e altri substrati – hanno unito le competenze in chimica delle superfici ed engineering delle macchine, con il duplice obiettivo di moltiplicare i benefici del trattamento a fiamma e gli effetti del trattamento sulle superfici. E non si tratta di un sodalizio esclusivo: sono invitate a partecipare allo sviluppo di questa tecnologia, contribuendo così ad accelerarne l’industrializzazione, tutte le aziende in grado di contribuire agli avanzamenti sui materiali, i parametri di processo e quant’altro.
I limiti da superare
Quando nell’automotive furono introdotti i paraurti di plastica, tutti i pezzi erano neri perché la vernice non aderiva in misura sufficiente. Oggi questi componenti possono essere facilmente dipinti dello stesso colore del corpo della macchine, grazie a una modifica delle proprietà superficiali generata dal pretrattamento con carica elettrica (o fiamma), che durante la combustione avvia l’ossidazione del materiale trattato. Tale processo ha però dei grossi limiti: non è specifico per la plastica e può essere variato solo sul piano quantitativo (non qualitativo). C’è, dunque, spazio per nuovi sviluppi ad alta prestazione ottimizzati per le singole applicazioni.
Il trattamento a fiamma incontra la chimica delle superfici
“Il nostro scopo è ampliare la gamma delle funzioni e produrre superfici su misura per applicazioni speciali, come già accade, ad esempio, nel campo degli adesivi reattivi, dove delle tecnologie specifiche ci permettono di creare compositi ad alta prestazione con un’adesione molto superiore”, spiega Andreas Holländer, esperto in tecnologie delle superfici al Fraunhofer IaP.
I due partner sommano le rispettive competenze in chimica e nei trattamenti a fiamma con l’idea di sfruttare l’energia di questi ultimi per attivare processi che oltrepassino la semplice ossidazione. Questo richiede la formulazione di prodotti chimici specifici da aggiungere alla fiamma, ad esempio in forma di gas, vapori o aerosol. Gli studi relativi sono condotti su un impianto per la lavorazione del film plastico del Fraunhofer IaP dove, spiega Holländer, “testiamo gli effetti prodotti dalle sostanze chimiche, fornendo agli ingegneri meccanici di Ciesse informazioni utili a realizzare attrezzature più potenti, di nuova generazione”.
Augusto Angeli, chairman di esseCi, è soddisfatto: “Con l’installazione del nostro sistema sull’impianto demo di Potsdam siamo anche in grado di dimostrare l’efficacia di questa tecnologia ai potenziali utilizzatori”.
Anche in nuovi segmenti di mercato, precisa Stefano Mancinelli, direttore vendite e di processo: l’impresa di Narni (TR) produce attrezzature per il trattamento superficiale su film plastici, card, foil di alluminio e manufatti 3D e la sua tecnologia di trattamento serve anche diverse applicazioni industriali.