Fosber (macchine e linee complete per il cartone ondulato) è uno dei grandi leader mondiali del settore, con un approccio tutto suo al mercato e alla tecnologia e una storia di crescita non comune. Ce li racconta Alfio Brandi, Commercial Director di Fosber, vicepresidente di Acimga e responsabile del Gruppo Cartone Ondulato dell’associazione dei costruttori italiani, che si sofferma a parlarci del progetto Corrugated Experience a Print4All.
Fosber protagonista a Corrugated Experience
L’Italia esprime aziende e tecnologie all’avanguardia in tutto il mondo ma, ammalata di individualismo, non riesce a “fare sistema”, levando forza e credibilità, e aumentando il divario che ci separa dai competitor internazionali, tedeschi in primis.
«Su questa convinzione – dichiara Alfio Brandi – fra Acimga e Fosber c’è stata subito una grande sintonia che ha portato al mio coinvolgimento nella missione di aggregare le imprese del cartone ondulato, prima come coordinatore del “Gruppo Cartone ondulato” dell’associazione dei costruttori e, quest’anno, come vicepresidente. E le aziende del nostro settore hanno risposto in maniera molto positiva.»
Brandi sottolinea i risultati di questo impegno in termini di attività di lobbying e partecipazione a eventi fieristici, e rilancia sul prossimo grande appuntamento di Print4all 2025 dove al cartone ondulato è dedicata per la prima volta un’area specifica denominata “Corrugated Experience – Technology, Applications, Environment”.
«Come Gruppo Acimga siamo convinti che assegnare uno spazio alle tecnologie di stampa su cartone ondulato sia una leva importante per attrarre un pubblico sempre maggiore. L’ambizione è che Print4All diventi un riferimento sia per i fabbricanti di macchine e componenti, a partire da quelli europei che ne esprimono l’eccellenza tecnologica, sia per gli utilizzatori internazionali. Quanto al mercato di casa nostra, gli incentivi fiscali di Industria 4.0 e ora 5.0 hanno dato una bella spinta alla modernizzazione degli impianti, e l’onda è tutt’altro che esaurita.»
Aziende grandi e grandissime già hanno prenotato spazi espositivi e altre verranno, scommette il manager, per non mancare il confronto e perdere in visibilità.
Cartone ondulato: crescere di testa propria
Quando si parla di Fosber tutti pensano alla proprietà cinese, all’acquisizione di BP Agnati (e non solo), al fatturato quadruplicato in 12 anni, agli ingenti investimenti in R&D e organizzazione, buon ultimo quello da circa 45 milioni di euro nella nuova sede centrale in Lucchesia. Tutto vero, ma comprensibile solo nel quadro della strategia che ha trasformato l’azienda toscana in leader mondiale nelle tecnologie per il corrugated e portavoce di italianità. Lo si deve a una cultura di management che poggia su solidi pilastri di orgoglio (“abbiamo sempre fatto di testa nostra”), collaborazione con i clienti (“tutti lo dicono, ma saperlo fare è un’altra cosa), disposizione a investire (“in acquisizione di aziende strategiche ma anche in tecnologia e in strutture”) e visione aperta del mercato e delle relazioni come mostra, tra l’altro, l’impegno in Acimga e il sostegno alla fiera Print4All. Se ne fa portavoce Alfio Brandi, Commercial Director di Fosber, uno degli storici top manager della società, co-artefice della sua crescita e della sua cultura.
Dopo le ultime acquisizioni di peso – dello storico brand italiano BP Agnati e della spagnola Tiruña – Fosber ora investe risorse ingenti nella nuova sede di Monsagrati e nel potenziamento dei centri assistenza in vari Paesi del mondo. Come vi collocate sul mercato internazionale? E con che prospettive?
Fosber si posiziona nella fascia alta del mercato con un’offerta di macchine e linee complete per l’ondulato, ed è uno dei primissimi player mondiali. In cima alla classifica siamo 4 o 5 – ci giochiamo il podio soprattutto con i tedeschi – e abbiamo spazio per crescere ancora sia in termini assoluti sia in quote di mercato. Un mercato notoriamente in vivace sviluppo, molto più di quanto ci si aspettasse anche solo una quindicina di anni fa, a un ritmo del +3% annuo medio su scala globale, che nel packaging sta acquistando sempre più importanza.
Quali sono i fattori che trainano il mercato?
Sono molti: il ri-orientamento dal packaging di plastica a quello base carta; il diffondersi dell’e-commerce, che dopo i picchi raggiunti in pandemia cresce ancora; la sempre maggiore importanza della scatola di cartone come supporto di comunicazione e marketing; l’affacciarsi alla cartotecnica del microonda che inizia a sostituire il cartone teso in diverse applicazioni… Il nostro è un settore in vivace sviluppo sul piano quantitativo e qualitativo, soprattutto in Oriente. In Cina già da tempo e sempre più anche in India e nel Sud-Est asiatico – Indonesia, Malesia, Thailandia… – per la progressiva importanza del ceto medio emergente e per il fattore demografico. Tutto questo genera una domanda di nuovi macchinari e il divario tecnologico con i costruttori occidentali crea per noi importanti occasioni di business.
In Fosber come ve la giocate? Cosa vi distingue e favorisce?
La nostra forza si basa su una lettura del mercato e dei rapporti con i clienti tutta nostra: anche quando eravamo più piccoli non abbiamo mai tentato di imitare le imprese già affermate. E neppure abbiamo fatto innovazione tanto per farla. Abbiamo interpretato i vari segmenti applicativi con la massima attenzione ai bisogni reali degli utilizzatori con cui abbiamo costruito nel tempo un rapporto di collaborazione e fiducia che rappresenta il nostro tesoro più grande. E abbiamo investito per soddisfare le esigenze emergenti, che sono diventati dei veri traini allo sviluppo. Oggi abbiamo un’offerta completa, capace di soddisfare esigenze diverse e anche di anticiparle, aprendo ai nostri clienti nuove opportunità.
Ad esempio?
La personalizzazione delle scatole tramite la stampa, e l’identificazione e la tracciabilità degli imballi. O il diffondersi delle onde “super micro” in alternativa al cartoncino compatto, dove abbiamo sviluppato una tecnologia che assicura un’eccellente planarità, e dunque una resa di stampa e un’estetica di altissimo livello. Con in più un miglioramento della resistenza e un abbattimento dei costi generato dal saving di materiale che, notoriamente, incide sul costo di produzione di un imballo fino al 70%.
In diversi settori si stanno sviluppando usi creativi di questo materiale, capaci di aprire nuovi mercati agli utilizzatori. Come mostrano i 15 mila articoli da cerimonia di un creativo cliente veneto, o l’imballo di fogli in micro onda scelto da alcuni produttori di ceramica per aumentare l’automazione e ridurre costi a fine linea. È un mercato piccolo e di qualità, in cui crediamo molto: abbiamo acquisito BP Agnati e creato il marchio Quantum proprio per servirlo con un’offerta hi-tech e dedicata.
Fosber è lucchese e anche un po’ cinese, con una cultura di management difficile da etichettare…
Anzitutto Fosber nasce nel 1978 in uno dei centri mondiali per la produzione della carta: una manna per noi costruttori. E poi i nostri manager sono cresciuti “in casa” maturando insieme una visione e una mentalità condivise: il direttore dei servizi post-vendita, il direttore del personale, il direttore tecnico e io stesso siamo arrivati in azienda freschi di studi e cresciuti passo dopo passo, fino a rappresentarla oggi in ruoli apicali con l’orgoglio di chi ha contribuito a creare un gruppo con filiali in USA e Cina ai vertici del mercato.
Quanto a Dongfang Precision Group, controlla Fosber al 100% dal 2017 ed è un’impresa di origine famigliare con un management evolutissimo (guidato da una donna, Ndr) con grandi ambizioni e un approccio alle relazioni d’affari molto concreto.
Il nostro è un rapporto basato sul riconoscimento e il rispetto reciproco, in cui siamo liberi di muoverci come riteniamo meglio. Dongfang Precision Group ci sostiene nel realizzare macchine tecnologicamente all’avanguardia e semplici da usare, con costi di gestione e di manutenzione molto competitivi e un’assistenza just in time 24/24 da remoto (con l’ausilio di tecnologie avanzatissime) e sul campo tramite i Centri Servizi dislocati su tutti i mercati strategici. Sono i fattori chiave del nostro successo, risultato non solo di competenze ma anche di investimenti adeguati.
Come quello, massiccio, stanziato per costruire il nuovo headquarter: a che progetto risponde?
Rendere la nostra organizzazione ancora più efficace dal punto di vista produttivo e logistico, aumentando gli output e riportando in casa l’area ricambi e i servizi after sales. Ma anche attivando nuovi progetti, come una scuola per la formazione dei tecnici – un investimento sulle nuove generazioni su cui poggia il futuro dell’azienda stessa – e migliorando la capacità di relazione con il territorio che ci ospita, per cui possiamo fare molto, creando opportunità di lavoro e di benessere.
La nuova sede sarà 5 volte più grande dell’attuale e sorgerà su un’area industriale già esistente, dunque con un impatto sull’ambiente contenuto, dall’altra parte della strada. La collegheremo all’edificio storico con una passerella sopraelevata, mantenendo anche fisicamente il legame con le nostre radici di cui siamo orgogliosi, nel rispetto della bella area collinare e del piccolissimo Comune a cui facciamo capo.