Come ottimizzare la stampa flexo per ottenere una qualità superiore con meno risorse, a partire dagli inchiostri? Lo spiega Kodak in un convegno: sotto i riflettori, gli elementi del sistema Flexcel NX per la produzione di lastre e la funzione di retinatura Digicap NX.
«Nell’evoluzione della stampa flexo verso gli attuali standard di qualità, i cambiamenti più rilevanti hanno riguardato il sistema di trasferimento del grafismo»: così Michele Pioli (Sales Manager Kodak per il packaging) ha esordito al convegno "Fare di più con meno" (organizzato da Kodak a Milano il 12 giugno scorso)ripercorrendo le tappe dell'evoluzione della prestampa fino all'avvento del sistema Kodak Flexcel NX.
La multinazionale lo presenta come alternativa avanzata alla tecnologia LAMS (Laser Ablation Mask System) basata sull'incisione del layer nero incorporato nella superficie della lastra. «Rispetto ad essa – dichiara il manager – Flexcel NX innalza il livello della qualità della riproduzione e ne aumenta la stabilità. Anzitutto grazie alla particolare struttura del punto: nella produzione delle lastre digitali con sistemi tradizionali l'inibizione dell'ossigeno durante l'esposizione UV determina un punto di forma rotonda, mentre il sistema Flexcel NX elimina tutto l'ossigeno e realizza, così, punti a sommità piatta, con una base solida e una spalla ampia».
Pioli ha anche illustrato il sistema di retinatura Digicap NX, una funzione software di Flexcel NX, che consente di migliorare l'efficienza del trasferimento dell'inchiostro: «Con Digicap otteniamo una copertura migliore e una maggiore densità utilizzando lo stesso inchiostro o, talvolta, anche con meno inchiostro. Le differenze più evidenti non riguardano solo la qualità delle immagini ma anche dei testi – tipicamente dei codici a barre – oltre che dei colori pieni, ad esempio il bianco stampato su supporti trasparenti».
Qualche esempio concreto. Stefano d'Andrea, esperto e divulgatore nonché contitolare della Acus Srl (soluzioni, tecnologie e consulenza per la grafica nel packaging) è stato chiamato a illustrare dei casi concreti di ottimizzazione dei processi. Ha mostrato, a titolo di esempio, lavori effettuati con tecnologia Flexcel NX a soli 4 colori, a fronte di richieste originali di stampa a 7 o 8 colori.
«Le lastre Flexcel NX – ha spiegato D’Andrea – garantiscono la densità, la gamma cromatica e la stabilità necessarie a ottenere il livello di qualità desiderato con meno colori. Permettono di combinare la grafica al tratto e le tonalità su un'unica lastra, di riprodurre molti colori speciali in quadricromia o di effettuare separazioni a colori speciali, ottenendo maggiore brillantezza e saturazione e contenendo i costi. In ultima analisi, i vantaggi di questa tecnologia si traducono in avviamenti più veloci, maggiore stabilità e prevedibilità del risultato, risoluzioni più alte, gamut colore più esteso. A tutto vantaggio della capacità di servizio dello stampatore che è così in grado di riprodurre anche microtesti su etichette o astucci, o di realizzare etichette lenticolari».
E i risparmi? Sensibili: «Si usano meno colori in macchina, meno scarti, un minor numero di lastre, minor problemi di registro, meno colori speciali, meno costi e meno inquinamento».
L'esposizione UV del sistema Flexcel NX si basa sull’utilizzo del film ad alta sensibilità e risoluzione Thermal Image Layer, sull’incisione laser con tecnologia SquareSpot e sulla laminazione a freddo, con rimozione totale dell'ossigeno, su lastra fotopolimerica Flexcel NX.
Il convegno “Fare di più con meno” (Milano 12 giugno, Napoli 14 giugno 2012) è stato aperto
da Alfredo Lorenzini, Marketing Manager Kodak per l'Italia e la regione Iberica,
che ha sottolineato come il packaging sia una una delle aree di crescita per Kodak,
su cui l'azienda si concentra nello sviluppare soluzioni innovative.