Federazione Carta e Grafica è intervenuta lo scorso 2 novembre, in audizione presso la X Commissione della Camera dei Deputati, sul disegno di legge recante disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del made in Italy, collegato alla manovra di finanza pubblica per il triennio 2023-2025.
Secondo il Rapporto “L’economia circolare italiana per il Next Generation Ue”, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Comieco, illustrato sabato 28 ottobre in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani e l’Ad di Enel Francesco Starace, l’Italia sarebbe il Paese europeo con la più alta percentuale (il 79%) di riciclo sulla totalità dei rifiuti.
“La filiera della carta Made in Italy si conferma al secondo posto in Europa come riciclatore, dopo la Germania. Grazie al Comieco, su 11 milioni di tonnellate di imballaggi riciclati ogni anno, circa 4,5 milioni sono fatti di carta e rappresentano il motore rinnovabile dell’economia circolare Made in Italy. Nell’imballaggio il riciclo supera l’80%, già oltre l’obiettivo (75%) previsto dalla normativa comunitaria al 2025”, hanno affermato Enrico Barboglio, DG Acimga, e Massimo Medugno, DG Assocarta, in rappresentanza di Federazione Carta Grafica, a margine dell’audizione. La filiera ha, inoltre, fortemente investito sulla sostenibilità, sul riciclo e sulla raccolta della carta. Inoltre, l’utilizzo della carta da riciclare nella produzione si coniuga perfettamente l’utilizzo di fibre vergini certificate (PEFC, FSC), che garantiscono la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile.
Federazione Carta Grafica ha espresso la propria visione in particolare sull’art. 4 (“Fondo nazionale del made in Italy”) del disegno di legge che mira a realizzare un fondo sovrano nazionale con l’obiettivo di sostenere, da un lato, la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche, anche nella fase dell’approvvigionamento di materie prime ed energia; dall’altro, il tessuto economico industriale del Paese in un momento cruciale di cambiamento strutturale delle filiere produttive in virtù delle nuove sfide economiche internazionali, quali, tra le più note, la crisi prodottasi con la guerra in Ucraina e le sfide europee introdotte dalle riforme conosciute nel loro insieme con il termine di green deal europeo.
“Come Federazione”, hanno affermato Barboglio e Medugno, “auspichiamo politiche – e la fase attuativa del disegno di legge in discussione rappresenta una occasione unica – che creino i presupposti per incentivare le relazioni e le competenze trasversali necessarie per la valorizzazione della filiera in toto (e non delle singole parti) deve passare da operazioni di finanziamento e supporto alle imprese italiane dei diversi anelli della filiera verticale che siano concertati per far crescere in modo uniforme la filiera, per garantire un effetto moltiplicatore anche nella promozione del Made in Italy. Abbiamo infatti accolto come importanti le parole del ministro delle Imprese e del Made in Italy durante l’assemblea della Federazione svoltasi il 22 giugno us.: Con le prime risorse che si sbloccheranno dopo la rimodulazione dei fondi PNRR il Governo finanzierà il piano Transizione 5.0, per sostenere le imprese che intendono rinnovare impianti e formazione orientandoli alla trasformazione green e digitale: un campo, quello dell’economia circolare, in cui questa filiera è all’avanguardia, rappresenta un modello virtuoso in Europa, capace di coniugare tradizione e innovazione con forte orientamento al Made in Italy.”