Una delle strade che i produttori europei di etichette autoadesive stanno seguendo con crescente impegno per differenziare il portafoglio prodotti e incrementare il business è quella dell’elettronica stampata.
Ne hanno parlato i membri del Finat (la federazione sovranazionale delle associazioni di categoria) durante il congresso annuale, che si è svolto lo scorso giugno a Montecarlo. Fra gli altri, è stato illustrato il caso del Centre for Process Innovation (CPI) britannico, un consorzio di aziende impegnate nella creazione di una supply chain che agevoli la diffusione di dispositivi NFC a basso costo usando elettronica stampabile. Ricordiamo, la riguardo, che NFC sta per Near Field Communication e designa un insieme di standard che permettono a smartphone e altri dispositivi di comunicare fra loro tramite segnali radio quando sono nelle immediate vicinanze.
Attualmente, il consorzio sta gestendo un progetto che mira a favorire la connessione degli smartphone con etichette e altri elementi del packaging (e non solo). Alan McClelland, direttore commerciale del CPI, ha argomentato con dovizia di esempi come e quanto l’imballaggio possa adottare con successo l’elettronica stampata per garantire l’interattività del marchio, aumentare la visibilità della confezione, nonché assicurare funzioni di tracciabilità, gestione degli stock, anticontraffazione e antimanomissione.