Gli scatolifici italiani continuano a operare a supporto delle filiere di prima necessità, ma lanciano l’allarme emergenza su pagamenti e chiedono semplificazioni e provvedimento strutturali. L’appello “a fare presto” dell’Associazione CIS.

L’attività dell’Associazione Italiana Scatolifici a tutela del comparto e delle imprese rappresentate è sfociata in una lettera inviata nei giorni scorsi alla Presidenza della Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato, in cui il Presidente Riccardo Cavicchioli sottolinea i problemi e le necessità urgenti di un settore che sta continuando a operare in mezzo a mille difficoltà per garantire gli imballaggi necessari a consegnare beni e servizi di prima necessità. Dove “urgenti” è la parola chiave.

«Abbiamo voluto richiamare le Istituzioni a una maggiore attenzione verso la tutela delle imprese, pur consapevoli che la salute pubblica, in queste circostanze, resta l’obiettivo primario da salvaguardare», afferma Riccardo Cavicchioli. «Quello che chiediamo alla politica è di avere il coraggio decidere rapidamente. Prendere tempo in questo momento non è un’opzione, bisogna avere la capacità di agire in fretta, perché in tempi straordinari servono azioni straordinarie».

Pagare i fornitori per scongiurare l’effetto domino

La prima richiesta urgente riguarda meccanismi di controllo sul rispetto delle scadenze di pagamento, a tutela della liquidità delle imprese e al fine di evitare un drammatico effetto domino su tutto il settore: un problema e un timore che serpeggiano in tutti i settori economici attivi. Sulla base delle dichiarazioni degli associati, in ACIS si stima che già oggi i ritardi possano interessare fra il 20 e il 30% delle forniture con il rischio, con il protrarsi dell’emergenza, che i ritardi si trasformino in mancati pagamenti.

«Molti dei nostri clienti – denuncia Cavicchioli – anziché rivolgersi agli istituti bancari e utilizzare i mezzi che sono stati messi a disposizione per fronteggiare la crisi, stanno rovesciando sui fornitori i propri problemi, interrompendo i pagamenti e mettendo così in crisi le intere filiere. Nel contesto attuale le nostre aziende rischiano di non ripartire se non supportate adeguatamente».

Sullo sfondo, ancora una volta, l’emergenza derivata dalla chiusura delle attività “non essenziali” che, in alcune zone ancora più che in altre, si ripercuotono a monte su tutta la catena di fornitura, mettendo a rischio-sopravvivenza innumerevoli imprese.

Agire subito

La lettera dell’Associazione CIS richiede inoltre una serie di semplificazioni su alcune procedure fondamentali per questo periodo, come la cassa integrazione e lo spostamento dei mutui e degli impegni finanziari contratti dalle imprese, oltre a sottolineare l’importanza della massima tutela dei lavoratori, anche dal punto di vista economico.

E ribadisce l’importanza di agire immediatamente al fine di dare sufficienti impulsi alla ripartenza quando arriverà il momento. Fra i temi trattati: la richiesta di misure fiscali che coprano un arco temporale superiore a quanto già previsto; l’applicazione di un’IVA agevolata al settore degli scatolifici, simile a quella riservata ai settori strategici della green economy.

Associazione Italiana Scatolifici (Associazione CIS) nasce nel 2011 come Consorzio privato (CIS) costituito da produttori di imballaggi in cartone ondulato, uniti da obiettivi di rappresentanza e promozione dello sviluppo del comparto con politiche di responsabilità sociale, etica e sostenibilità. Nel 2015 il passaggio ad Associazione conferisce al CIS una struttura più adeguata a dialogare con tutti gli stakeholder nazionali e internazionali. Oggi ACIS conta un centinaio di aziende associate con un totale di oltre 2.000 dipendenti.