Le associazioni come luogo di aggregazione intorno a scopi e sentire comuni per creare più valore: esperienza e riflessioni da Aidda, Acimga, Confassociazioni e Cosmetica Italia al webinar organizzato da Profexa.
Il termine connessioni rimanda, oggi soprattutto, all’essere “connessi” sui social, sul web, sulle piattaforme per meeting virtuali e simili. Nella sostanza, però, significa il risultato del costruire relazioni: vuol dire interdipendenza, condivisione di esperienze, progetti, sogni, risultati. Insomma, vuol dire costruire il futuro insieme – sottolinea la presentazione del webinar organizzato da Profexa questo 23 aprile con un taglio molto “verticale” tutto dedicato al mondo delle associazioni.
E dunque essere connessi è condividere, moltiplicare capacità, risorse e risultati nello scambio con gli altri; avere un “luogo” in cui farlo, e strumenti e opportunità con cui farlo. Che – come hanno documentato con efficacia i due estratti dalle TEDx talks mostrati in apertura e li interventi introdotti e coordinati da Raffaele Ferragina, GM Profexa – possono essere diversi e disparati ma sono accomunati dal valore che ha e che crea l’interdipendenza fra individui e reti di individui.
Il webinar è stato animato da 4 relatori: due uomini e due donne, che hanno messo in campo esperienze individuali e differenze di genere che improntano approccio e linguaggi. Fra questi Andrea Briganti, Direttore di Acimga e direttore in carica della Federazione Carta e Grafica, ha ripercorso le tappe di trasformazione e di crescita dell’associazione dei costruttori italiani di macchine da stampa e converting, i suoi obiettivi e servizi, le connessioni interfiliera e con gli organismi internazionali, nonché la fondazione, insieme ad Assografici e Assocarta della Federazione Carta e Grafica. Accanto a lui Maria Claudia Torlasco Cattarini Mastelli, Presidente Nazionale di AIDDA, Associazione Imprenditrici Donne Dirigenti d’Azienda; Adriana Apicella – direttore generale di Confassociazioni, Luca Nava – DG di Cosmetica Italia (ex Unipro) ovvero l’associazione nazionale imprese cosmetiche anch’essa, come Acimga, in capo a Confindustria.
Il webinar ha veicolato esperienze e contenuti stimolanti, assai ricchi di esperienza e pensiero. Ecco qualche spigolatura dagli interventi di ciascuno:
- Storie: quella della nascita dell’associazione delle donne imprenditrici che in Italia fa capo a AIDDA è datata 1941 ed è veramente singolare e straordinaria. La signora Torlasco Cattarini Mastelli l’ha raccontata con empatia e nostalgia dei rapporti perduti in queste settimane di alienazione. Vale la pena di conoscerla.
- Valori: quelli al centro del discorso di Briganti. È il tempo di riscoprire i valori più alti dell’associazionismo, oltre il mero concetto di rappresentanza, e di creare contenuti e servizi per un’intera community (cruciali, per questo, le attività di advocacy). Un discorso denso, con un appello accorato all’uscita veloce e organizzata dal lockdown: il pericolo, assai più grande della perdita di fatturati, è il restare emarginati dalle catene di fornitura internazionali. Anni di emarginazione sarà la pena.
- Concretezza: quella emersa chiaramente dall’intervento della direttrice di Confassociazioni, confederazione di associazioni e di federazioni ma anche di professionisti, che persegue obiettivi semplici e puntuali quanto dirimenti, rivolgendosi agli organismi governativi denunciando problemi e presentando le soluzioni. Che si trovano lavorando insieme, facendo un passo alla volta, lavorando a semplificare i percorsi mentali e burocratici. Adriana Apicella ha mostrato quanto riesce a farsi sentire un coro di individui che cantano tutti insieme, senza urlare.
- Appartenenza delle oltre 570 imprese a Cosmetica Italia, in rappresentanza di un universo che comprende tutte le facce e i canali della cura della persona. Nava ne ha descritto con efficacia la complessità e le azioni a sostegno di operatività e sviluppo, imperniate su due valori di base: il senso di appartenenza orgogliosa a un’industria “che fa bene al Paese” e quello di vicinanza fa struttura e membri, che alimenta il senso di community più di ogni servizio. Perché senza questa partecipazione emotiva un’associazione sarebbe un mero scambiare quote contro prestazioni. Non sarebbe un’associazione.