La stampa internazionale si è riunita a Pechino per la presentazione di China Print 2017, in calendario dal 9 al 13 maggio prossimo al New China International Exhibition Centre della capitale. Sotto i riflettori tutta l’attrattiva di un mercato – quello cinese del printing e del converting – che continua a crescere di 6-7 punti l’anno nonostante il rallentamento dell’economia nazionale; i progetti e i traguardi di un’organizzazione che vede i costruttori cinesi di macchine del PEIAC e l’ente fieristico CIEC impegnati insieme nello sviluppo di China Print, ormai attestata a fiera di settore più grande del Far East; un florilegio di espositori eccellenti, a rappresentare l’internazionalità di palcoscenico dove faranno spettacolo e business, insieme alla miriade di operatori di tutte le dimensioni, i marchi che rappresentano la meglio tecnologia occidentale e orientale (sempre più avanzata) perché – testimoniano tutti – nulla di meno si aspettano i visitatori dell’immenso bacino di riferimento.
Coinvolto l’intero Oriente
Interessante, come sempre, la press conference dello scorso dicembre, anzitutto visto lo sviluppo della fiera che si svolge ogni 4 anni a Pechino, sfasata di due anni rispetto all’altra B2B del Peiac (il Print China di Dongguan, non lontano da Hong Kong). Non a caso soprannominata drupa d’Oriente, in un pugno di edizioni China Print è infatti diventata l’esposizione di riferimento per l’emisfero di appartenenza. Le dimensioni e la vivacità della maggior parte delle economie a Est del mondo sostiene, ovviamente, questo sviluppo che peraltro – abbiamo verificato durante l’incontro – è anche frutto di un’intensa campagna di alleanze con le associazioni di settore dei Paesi vicini (dall’India alla Tailandia, passando per Filippine, Malesia, Vietnam, Korea…), oltre che di un road show di promozione in tutto il mondo.
Ha colpito, durante la conferenza stampa, anche il cambiamento nel modo di comunicare da parte degli organizzatori della China Print Show Company Ltd e di molti relatori (ormai tutti cinesi). Fatte salve le peculiarità linguistiche e culturali, l’internazionalizzazione dell’evento si è manifestata anche nel modo più snello e interattivo di parlare al pubblico, nell’uso degli ausili audiovisuali e nell’interessante apparato di cifre sull’andamento del mercato, presentati e commentati in tutta trasparenza da un esperto: li pubblicheremo in esclusiva sul primo fascicolo di Converting 2017, insieme all’intervista che ci ha concesso il presidente del Peiac sui rapporti Italia-Cina di settore. La nostra rivista era l’unico organo di stampa occidentale insieme a una rivista francese della stampa: chiaro riconoscimento all’importanza dell’industria italiana del printing e del converting con cui “le imprese cinesi dialogano con particolare facilità e buona intesa”.
I numeri di China Print 2017
Già da tempo sold out, e con una lista d’attesa di centinaia di imprese che difficilmente potranno trovare spazio nel quartiere espositivo ormai saturo, a maggio China Print mette in campo più di 1300 espositori su un’area di 160mila metri quadri, e si aspetta un’affluenza di circa 200mila visitatori professionali di tutto il mondo.
Come gli altri anni, le imprese italiane di filiera possono partecipare alla collettiva organizzata, con il supporto di ICE-Agenzia, da Acimga e vengono considerate, insieme a quelle tedesche, le principali e più titolate portatrici di innovazione e servizio. Fra gli argomenti “topici” della manifestazione, spiccano la sostenibilità ambientale dell’industria del printing e le soluzioni che avviano sulla strada dell’Industry 4.0. Perché, è ormai risaputo, il costo della manodopera va rapidamente aumentando anche nel Paese di Mezzo rendendo sempre più interessanti le prospettive di automazione.