Nella prima metà del 2022, il consumo di etichette autoadesive in Europa è diminuito del 2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La diminuzione è arrivata dopo un aumento del 7% per l’anno 2021 (che aveva portato la domanda annua al record di 8,5 miliardi di metri quadrati), che a sua volta seguiva un aumento del 4,3% nel 2020, quando la pandemia di Covid-19 ha colpito l’Europa. La flessione attuale è dovuta in prevalenza al crollo della disponibilità di materiali per etichette in rotolo di carta – soprattutto nel secondo trimestre, quando i consumi sono diminuiti dell’8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Nello stesso periodo, le etichette in rotolo filmico hanno invece continuato a aumentare, seppur solo di un modesto 2,2%.
Ci sono diversi fattori alla base di questa inversione di tendenza, come evidenziato dalle statistiche rilasciate da FINAT nel corso del mese di agosto.
In primo luogo, il 2022 arriva dopo due anni particolarmente dirompenti e volatili, durante i quali la domanda di etichette è stato fortemente influenzato dall’eccesso di domanda di beni e servizi essenziali dopo lo scoppio della pandemia nel 2020 e dalla rapida ripresa economica nel 2021.
In secondo luogo, a partire dall’estate del 2021, le catene di produzione globali hanno subito interruzioni della catena di approvvigionamento causate dagli adeguamenti legati al Covid. Ciò ha portato a un divario crescente tra il boom della domanda post-Covid e la diminuzione della disponibilità di energia, materie prime, componenti, prodotti chimici, produzione, manodopera e capacità di trasporto.
In aggiunta a questo, nella prima metà del 2022, l’industria europea delle etichette è stata particolarmente colpita dal lungo sciopero di UPM, azienda finlandese tra i principali produttori di carta al mondo. Non solo ciò ha limitato la disponibilità di frontali per etichette di carta, ma, cosa ancora più importante, una quota significativa della fornitura di materie prime per i liner a base di carta (i materiali siliconati che trasportano le etichette) è stata tagliata fuori dal mercato per più di 100 giorni.
Nel primo trimestre dell’anno, l’effetto dello sciopero è stato smorzato dalle significative eccedenze di magazzino che si erano accumulate nell’ultimo trimestre del 2021 in previsione di ulteriori aumenti dei tempi di consegna e dei prezzi delle materie prime. Tuttavia, nel secondo trimestre la produzione è stata gravemente colpita con tempi di consegna saliti a 5-6 mesi e trasformatori di etichette serviti in base all’allocazione. Parte del calo del consumo di etichette di carta potrebbe essere stato assorbito dall’aumento della domanda di etichette filmiche.
Nell’ultimo FINAT RADAR, l’indagine di mercato semestrale dell’associazione europea delle etichette autoadesive, è stato riferito che il 60% dei trasformatori intervistati questa primavera, aveva subito perdite di entrate a causa di problemi nella catena di approvvigionamento. Sebbene lo sciopero sia terminato poco prima di Pasqua, si prevede che gli arretrati non verranno riempiti prima di questo autunno.
Autunno durante il quale questo genere di probelmatiche potrebbe venir completamente superato da quelle legate ai prezzi dell’energia, ai costi delle materie prime e, in ultima analisi, all’inflazione dei prezzi a doppia cifra dei generi di consumo. Senza dimenticare la situazione bellica in Ucraina, che non pare destinata a risolversi in tempi rapidi. Va inoltre ricordato che la domanda di materiali autoadesivi per etichette in rotolo è indicatore significativo dell’andamento del PIL europeo. Per quanto questa correlazione sia stata in parte distorta dai modelli volatili degli ultimi due anni influenzati dal Covid, questa recessione sembra indicare un cambiamento economico in Europa nei prossimi mesi.