Un convegno in Expo per sfatare false credenze e informare su quant’è utile ed eco sostenibile il packaging di carta e cartone. Lo ha organizzato Gifasp con la partecipazione di Conai, Comieco e Istituto Italiano Imballaggio, ma anche di comunicatori e professionisti, espressione diretta di quella “società reale” con cui dialogare è imprescindibile. E proficuo.
Le scatole di cartone sono “cattive” perché per produrle si tagliano le foreste? È un po’ come dire che non dobbiamo comperare più pane perché altrimenti bisogna distruggere i campi di grano… L’arguta provocazione di Piero Capodieci, ex presidente del Conai (e molto altro), ha divertito la platea e condotto con efficacia al “succo della faccenda”. Detto con parole nostre, suona così: basta ideologia e superficialità nel valutare il ruolo sociale del packaging senza il quale, è bene ricordarlo, verrebbe a meno l’attuale organizzazione di produzione e consumo – per non parlare degli sprechi alimentari…. Questo premesso, si può entrare nel merito del come e del perché usarlo, e riusarlo, e smaltirlo, e anche trasformarlo.
Incontro e confronto. Questo accadeva al convegno “La cultura della protezione e della sostenibilità – Facciamo luce sul ruolo del packaging nella lotta agli sprechi alimentari”, organizzato alla Cascina Triulza di Expo dai produttori di astucci pieghevoli riuniti nel Gifasp con format compatto (poco più di 2 ore per 18 interventi) e una moltitudine di contenuti. E se l’obiettivo era, come dichiarato, la condivisione (e il confronto) di informazioni e valutazioni sul ruolo dell’imballaggio prima di finire in pattumiera, possiamo dire che è stato raggiunto appieno, anche grazie alla partecipazione diretta e impegnata sia dei protagonisti della filiera (le istituzioni di riferimento e imprese significative come Box Marche, Lucaprint, Iggesund, Metsä Group…) sia di comunicatori e professionisti di varia estrazione, a vario titolo coinvolti e impegnati nella gestione/utilizzo/riutilizzo dell’imballaggio.
Tecnologia e ottimismo Così, se Emilio Albertini, neopresidente di Gifasp, ha introdotto l’incontro entrando subito nel merito dell’eco-compatibilità e assoluta irrinunciabilità dell’imballaggio di carta e cartone, e Fulvia Lo Duca, past president e “mamma” dei vari appuntamenti Gifasp con Expo, ha raccontato la genesi e le finalità dell’incontro, i relatori successivi hanno rese concrete, con dati ed esempi, le proprie prese di posizione pro packaging.
• Lo ha fatto un appassionato Piero Lironi, attuale presidente sia di Assografici sia della Federazione di filiera della carta e grafica, che si autodefinisce “packagingottimista” e mostra, dati alla mano, come la R&S abbia permesso di estendere sempre più l’impiego di imballaggi (e di renderli sempre più funzionali) e al contempo di ridurne gli spessori, dunque il peso, dunque il costo e l’impatto sull’ambiente, proprio come chiedono i consumatori. Che vogliono anche packaging belli e intelligenti, da progettare e poi usufruire con tutti e 5 i sensi: vista, udito, tatto, olfatto e… fantasia.
• Lo ha fatto Marco Sachet, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio e ambasciatore della Carta Etica del Packaging, con la sua rassegna di caratteristiche e funzioni che rendono l’imballaggio adeguato ai prodotti, ai processi e ai desideri di oggi (“domani avremo altri desideri e dunque anche altri tipi di packaging”). E chi ancora pensa che il packaging rappresenti “il” problema ambientale vada a guardarsi gli studi pubblicati sul sito EDP dedicato alle Dichiarazioni Ambientali di Prodotto (http://www.environdec.com/it,).
• Eliana Farotto, responsabile Ricerca & Sviluppo Comieco, ha a sua volta, con esempi chiari ed efficaci, mostrato come i progressi tecnologici fatti dall’industria del packaging permettono di conservare sempre meglio cibi sempre più buoni, senza l’ausilio di conservanti e additivi che compromettono la qualità, l’integrità organolettica e la salubrità del contenuto.
Quanti modi di pensare il packaging! Dei moltissimi altri relatori che hanno animato l’incontro, alcuni in particolare ci hanno colpito:
– Tonino Dominici, AD Boxmarche si è concentrato sull’impegno aziendale a far sì che le maestranze lavorino bene, perché «in un ambiente positivo si sviluppano prodotti che fanno stare meglio la gente, operando in un’ottica win-win: il vantaggio è di entrambi – produttore E consumatore – o non è»;
– Silvia Leoncini, food blogger e scrittrice, ha elencato vari casi di approccio ragionevole e “risparmioso” al consumo, partendo dal principio: “prima di acquistare pensa a come e quando consumerai quell’alimento, e gioca a ridurre le quantità e molteplicità di beni”. Quanto al packaging (evviva il porzionato!), guardalo come una risorsa e capirai come valorizzarlo;
– Paola Favarano, presidente del Comitato Donne AiFOS e consumatrice-responsabile degli acquisti di famiglia, è vivacissima “inventrice” di modalità di riuso creativo del packaging, la cui spontaneità cela un know how da super tecnico che, in effetti, aiuta (AiFOS sta per Associazione Italiana Formatori e Operatori della Sicurezza sul Lavoro); – Fabrizio Sansoni, Food Stylist e Chef ben noto anche nel nostro settore, ha stupito con i suoi esempi di uso di packaging avanzatissimi usati anche per cuocere il cibo, con grandi risparmi di tempo e innalzamento della qualità. E non parlava solo del cotechino in busta da immergere nell’acqua calda, ma di bistecche “implasticate” da cuocere sulla piastra e altre meraviglie (alla fine della conferenza era incalzato dalle domande dei curiosi).
Foreste certificate. Non ce ne vogliano i relatori non citati: tutti gli interventi hanno offerto un contributo non banale allo sviluppo del tema e allo scambio di punti di vista.
Compresi i due grandi produttori di carta e cartone – Iggesund e Metsä – che hanno spiegato con semplicità ed efficacia cos’è una foresta certificata e perché tagliare e ripiantare alberi (come impongono le leggi di molti paesi produttori) sia la pratica più vantaggiosa per l’ambiente.
Da un fagiolo nasce un pack
Durante il convegno Gifasp, Andrea Pozzo, responsabile Sistemi Qualità, Ambiente e Sicurezza del Lucaprint Group, ha presentato il nuovo “Crush/Fagiolo”: un packaging nato dalla collaborazione fra Lucaprint, Cartiera Favini e il produttore di cereali e legumi Pedon SpA. Si tratta di un imballo fatto con cartone derivato da scarti di legumi non utilizzabili per l’alimentazione umana. Totalmente sostenibile e ovviamente riciclabile, è il risultato di una collaborazione di filiera “100% italiana e a chilometro zero”, che ha richiesto sei mesi di sviluppo e apre nuove strade al recupero degli scarti di lavorazione in tutti settori.
I nuovi imballaggi realizzati da Lucaprint per Pedon permettono di conseguire una riduzione del 15 % di cellulosa vergine proveniente da alberi (non gliene vogliano le cartiere…), l’utilizzo del 30% di fibra riciclata da post-consumo, la riduzione del 20 % di gas ad effetto serra (tipicamente il CO2), l’utilizzo del 100% di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili per le attività produttive svolte in tutta la filiera.
Forte e chiaro il messaggio: fare rete è vincente!
Educare col teatro
Durante l’incontro, i Poeticanti hanno messo in scena una performance musicata dal titolo “Dal buon cibo al cibo giusto. Prova tu ad essere un prodotto dentro un packaging” per comunicare con l’immediatezza del teatro le fondamentali funzioni di protezione e comunicazione dell’imballaggio. Ha fatto da prova generale alla replica del 5 ottobre all’Expo Gate di piazza Castello, progettata da Gifasp e Istituto Italiano Imballaggio per fare informazione ai bambini.