Un super esperto legge le nuove GMP sugli inchiostri per il packaging alimentare, esaminando i fattori da gestire per garantirne la corretta produzione (e controllo). Creando un linguaggio comune fra “inchiostrai”, converter e altri ancora.

Stefano Silli è il Product Safety Coordinator Italy nonché Dangerous Goods Safety Adviser (DGSA) in Sun Chemical SpA. È, dunque, uno dei massimi esperti in fatto di sicurezza degli inchiostri, tipicamente per il packaging alimentare. Interrogato dalla redazione di Converting sulle principali novità che caratterizzano ultime GMP, appena emanate dall’associazione europea inchiostri da stampa EuPia, ha segnalato gli aspetti più rilevanti, a cui prestare particolare attenzione. Ecco una sintesi per sommi capi delle sue indicazioni.

Dai princìpi all’operatività
A differenza della versione precedente, che indicava più che altro i principi regolativi di riferimento, le GMP del 2016 si articolano in un documento dettagliato che, attraverso definizioni specifiche, considera i vari aspetti della produzione e promozione di inchiostri, vernici e rivestimenti “alimentari”. Costituisce, dunque, una guida operativa, utile sia al produttore sia all’utilizzatore di inchiostri, dove si parla delle attività che influenzano – in modo positivo o negativo a seconda di come vengono condotte – l'idoneità dell’articolo finale all'alimento. Esempi tipici: la produzione degli inchiostri, le attività di terziarizzazione, la mappatura dei siti produttivi e delle apparecchiature, la gestione dei requisiti igienici (riguardanti dipendenti e visitatori, pulizia e ordine, manipolazione e approvazione dei detersivi e agenti di pulizia per le apparecchiature di produzione e lo stabilimento, manipolazione e approvazione degli ausiliari e dei lubrificanti, gestione dei rifiuti, consegna e materiali in entrata, controllo di insetti e roditori…), ma anche identificazione e rintracciabilità, richiamo dei prodotti difettosi e la gestione dei materiali restituiti e, buon ultimo l’imballaggio e relativa pulizia, lo stoccaggio eccetera.

L’importanza della valutazione del rischio
Un’altra novità importante delle ultime GMP consiste nel fatto che ora gli aspetti del punto precedente vengono gestiti attraverso un processo di valutazione del rischio, che prima non era menzionato né richiesto. La valutazione – precisa Silli – anticipa i punti dove è più probabile che si presenti un problema e ne valuta gli eventuali effetti; più in generale, dunque, si tratta di attuare quanto serve a far emergere il problema, identificarne le cause potenziali e definire le azioni correttive più utili. La valutazione del rischio deve essere condotta per poter fornire un’evidenza che ogni possibile fonte di rischio di contaminazione sia sotto controllo. Per “sotto controllo” si intende qui che una potenziale contaminazione non causi alcuna contaminazione dell’alimento confezionato, al di sopra dei limiti legali o di accettabilità. Le GMP 2016 si spingono fino a indicare un metodo di valutazione consigliato –  il Failure Modes and Effects Analysis (FMEA) – in quanto tecnica di analisi utile ad assicurare e documentare che i potenziali problemi siano stati considerati e le relative contromisure adottate.

Due aspetti fondamentali: contatto diretto e condivisione
Le GMP 2016 si occupano anche di prodotti per la stampa di superfici di imballaggi e contenitori che entrano a contatto diretto con gli alimenti (nella versione precedente si consideravano unicamente gli scenari del non-contact). Non solo: stabiliscono un denominatore regolatorio condiviso. Queste norme, infatti, sono state concepite e intese per essere impiegate non solo dalla filiera di produzione-utilizzo di packaging alimentare, ma anche da parti o attività “altre”, tipicamente di audit esterno, oltre che interno.

Comunicazione e trasparenza per un dialogo di filiera
Da quanto detto si evince che le GMP 2016 servono, in primo luogo, ai produttori di inchiostri per controllare i fattori che a vario titolo riguardano la sicurezza alimentare, e a documentarne la corretta gestione. Al tempo stesso, però, forniscono al trasformatore/stampatore gli strumenti utili a condurre un riesame approfondito e una mappatura dettagliata delle sue applicazioni e dei prodotti utilizzati. Queste norme, infatti, permettono anche agli utilizzatori di inchiostri di fare mente locale su ciò che va considerato per assicurare la conformità dei prodotti stampati nelle varie applicazioni di sbocco. E a tal fine può essere di volta in volta utile contattare il proprietario del marchio, nonché committente dell’imballaggio, in modo da comprendere pienamente le sue specifiche esigenze e mettere a punto il prodotto più idoneo. Detto altrimenti, così aggiornate le GMP sulla sicurezza degli inchiostri rappresentano un contributo importante al dialogo di filiera, al servizio del quale creano un linguaggio e dei parametri comuni. «Sun Chemical – commenta Silli – discute con lo stampatore/trasformatore quale inchiostro rappresenta la scelta migliore per la singola applicazione. Le nuove norme di fabbricazione contribuiscono a diffondere questa pratica, mettendo in campo degli strumenti preziosi e innalzando, di conseguenza, la cultura tecnica di settore: un contributo di grande valore».

Materia in fieri
Infine, un’ultima notazione mostra la concretezza dell’approccio EuPia: per la prima volta gli estensori prevedono anche gli imprescindibili aggiornamenti (regolari) del testo.

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