“Assocarta chiede alle Regioni un accesso prioritario per gli scarti del riciclo della carta negli impianti di smaltimento e recupero esistenti per mantenere e accrescere la capacità di riciclo italiana”, afferma Massimo Medugno, direttore generale Assocarta, a margine dell’audizione alla Conferenza delle Regioni tenutasi il 21 novembre a Roma, durante la quale si è affrontata questa prima misura di attuazione per la gestione degli scarti e la necessità di una “cabina di regia” che aiuti a pianificare gli impianti necessari a gestire in modo strutturale gli scarti del riciclo.
“Dal processo di riciclo della carta si genera uno scarto, minimo rispetto al rifiuto evitato grazie al riciclo della carta e per il quale, in Italia, esiste un solo un impianto di termovalorizzazione dedicato, mentre un secondo impianto non viene utilizzato in maniera costante”, spiega Medugno.
Nel 2016 sono stati riciclate in cartiera 5,12 milioni di tonnellate di carta da riciclare a fronte di una produzione di scarti di 0.35 milioni di tonnellate mentre nel 2017 il riciclo nelle cartiere italiane ha raggiunto quota 6,85 milioni di tonnellate e gli scarti sono stati pari a 0,47 milioni di tonnellate (si veda grafico sotto riportato). Assocarta chiede con urgenza l’istituzione di una cabina di regia, a livello nazionale, con la partecipazione delle Regione affinché la programmazione regionale e provinciale consideri obbligatoriamente, ai fini dello smaltimento e del recupero dei rifiuti speciali, gli scarti che provengono dal riciclo industriale della carta. Con una corretta gestione degli scarti del riciclo verrebbe ampliata la capacità di riciclo complessiva del nostro Paese come accade per il settore carta dove sono stati fatti investimenti come ad esempio ad Avezzano e Mantova in grado di aumentare la capacità di riciclo e quindi la circolarità del sistema. Assicurare il recupero e lo smaltimento agli scarti di riciclo (nel rispetto delle best available technique (BAT) europee vuol dire fare più economia circolare a tutto vantaggio dello sviluppo sostenibile.
“Sul tema del recupero energetico degli scarti del riciclo”, conclude Medugno, “va ricordata la posizione del presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile Edo Ronchi nell’articolo (“La discussione politica sugli inceneritori: un caso esemplare di come in Italia la gestione dei rifiuti sia ignorata”) pubblicato recentemente su fondazionesvilupposostenibile.org: “l’incenerimento, nell’economia circolare, non sarà più impiegato per smaltire i rifiuti tal quali, ma sarà ridotto, limitato agli scarti trattati dei processi di selezione e di riciclo, non riciclabili con le tecnologie disponibili.”
Questo principio chiave sull’utilizzo degli inceneritoti sarà oggetto di discussione anche domani al seminario dedicato alle “Potenzialità e ostacoli per l’economia circolare in Italia” organizzato dal Circular Economy Network durante il quale si parlerà di quali strategie, politiche e strumenti economici possono favorire la transizione all’economia circolare del nostro Paese.