L’apertura del Centro Tecnologico di Atif, il dialogo con le università, la produzione di documenti tecnici e le attività a livello europeo: gli ultimi e significativi passi in avanti dell’associazione nazionale dei flessografi per promuovere lo sviluppo della tecnologia.
Per Atif il centro tecnologico era un obiettivo prioritario. Dipendere dalla (generosa) disponibilità degli associati a condividere macchine e attrezzature per effettuare anche solo poche ore di test significa pianificare il lavoro con grande anticipo e sottrarre tempo e risorse che l’azienda ospitante di norma dedica ai propri progetti e ai propri clienti. E ora, finalmente, l’associazione tecnica italiana per la flessografia può attuare in tutta libertà i suoi obiettivi principali ovvero lo sviluppo e aggiornamento dei documenti tecnici e le iniziative di formazione rivolte a studenti e lavoratori (aggiornamento continuo). Con tutti gli strumenti necessari: la macchina da stampa installata presso l’Istituto Tecnico Ripamonti di Como – che, sottolineano in Atif, ha tutte le caratteristiche e i requisiti necessari a operare in questo contesto – e le competenze di due esperti dedicati all’education (Stefano D’Andrea) e ai test (Sergio Molino). E con un ulteriore, impagabile, beneficio:
“Collaborare con gli enti scolastici per contribuire alla formazione di personale tecnico preparato rappresenta uno dei punti più qualificanti del nostro programma”, ricorda Sante Conselvan, presidente di Atif. “E disporre di un luogo dove gli studenti possono toccare con mano, alla lettera, le attrezzature ci permette di offrire alle scuole quello che a loro manca ossia la componente pratica della formazione.” Il Centro è stato, dunque, allestito per rispondere a dei bisogni attuali, ma anche per aprire prospettive di più ampio respiro: “Nella nuova struttura“, sottolinea Conselvan, “si possono organizzare stage a tema per gli studenti, corsi estivi per i docenti, master, prove tecniche con gli stampatori, test sui vari aspetti che contribuiscono alla riuscita del lavoro di stampa e molto altro, ampliando considerevolmente il raggio d’azione dei servizi associativi.”
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Dopo anni di ricerche, conti e confronti, Atif ha il suo centro tecnologico, ovvero lo spazio e le attrezzature necessarie a condurre le prove e sperimentazioni che rappresentano la principale prerogativa di un’associazione tecnica. Era uno dei punti qualificanti del programma del comitato direttivo in carica, e rappresenta un progresso rilevante nella capacità dell’Associazione Tecnica Italiana per la Flessografia di offrire servizi all’industria. Ancor più visto che la struttura risiede all’interno di un altro centro tecnologico, sinergico e complementare nonché in fase di espansione strutturale e programmatica: quello dell’Istituto Tecnico Ripamonti di Como, scuola professionale per le Arti Grafiche e centro di formazione permanente per i lavoratori del settore, che ha attrezzato nel tempo laboratori dedicati alla prestampa e alla stampa offset, rotocalco, digitale (in fase di installazione) e ora, grazie alla collaborazione con Atif, anche flessografica.
Gran tessitore delle relazioni fra le istituzioni in campo, Elia Gerosa imprenditore e manager di Cellografica Gerosa nonché presidente attivissimo del Comitato Provinciale per l’Istruzione Grafica di Como, a cui è toccato l’onore del taglio del nastro (a destra nella foto insieme a Conselvan), il 18 luglio scorso. Della nuova struttura, il cui cuore è la neo installata macchina da stampa a banda stretta, Gerosa ha sottolineato anche la disponibilità di simulatori, che permettono di simulare – appunto – nonché analizzare e risolvere, le possibili problematiche di stampa che si incontrano nelle reali situazioni di lavoro, con il relativo saving di materiale e consumabili. All’inaugurazione era presente un ospite di riguardo: Göran Dahl, presidente dell’associazione svedese per la flessografia e rappresentante del Politecnico BrobyGrafiska di Sunne, partner di Atif sul terreno della Ricerca e della Formazione insieme alla gallese Swansea University. Le tre istituzioni rappresentano l’embrione di un network internazionale e collaborativo, dotato delle competenze e attrezzature necessarie a promuovere lo sviluppo della flessografia.
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Il dialogo con le università
L’allestimento del Centro Tecnologico rientra nel quadro di un più vasto dialogo avviato da Atif con le istituzioni universitarie. Il modello preso come esempio è quello della potente associazione tedesca, che da anni collabora con l’Università di Stoccarda e si avvale dei relativi finanziamenti.
«Naturalmente”, commenta Conselvan, “l’Italia non è la Germania e noi ci troviamo a operare in panorama più povero (di fondi) e frammentato. Abbiamo aperture interessanti nell’Università di Salerno. Lo stesso Centro Tecnologico potrebbe rappresentare uno stimolo in più alla collaborazione – affinché diano il loro contributo. Quello di cui c’è bisogno sono interlocutori in grado di capire la portata dei progetti in gioco e disponibili a mettersi in gioco, per fare da tramite nella trasmissione della conoscenza in una filiera il cui prodotto finale è sotto gli occhi di tutti ogni giorno, svolgendo un ruolo economico e sociale di cui spesso non si è consapevoli.”
In arrivo un nuovo studio sugli inchiostri
Macchine e competenze servono a produrre conoscenza che, in questo caso, assume la forma dello standard, della linea guida, delle procedure utili a lavorare. La loro compilazione, anzitutto a beneficio dei soci ma anche di tutto il mercato, rientra dunque fra le attività d’elezione di Atif, che infatti è impegnata ad ampliare la sua biblioteca. Alcune volte i documenti prodotti in associazione sono rivolti ai tecnici specializzati e affrontano nel dettaglio un determinato aspetto della lavorazione, altre sono pensati per chi non possiede ancora conoscenze approfondite della materia. Nel primo caso, soprattutto, possono fungere da stimolo a sviluppi ulteriori. «Non è infrequente che, leggendo un documento gli esperti ci segnalino degli argomenti da approfondire, o nuove tematiche da affrontare, magari rendendosi disponibili in prima persona a colmare la lacuna.
“In questo momento, per esempio“, informa Conselvan, “un gruppo di lavoro Atif sta preparando un documento sugli inchiostri, in collaborazione coi i produttori associati. Si tratta di un tipo di lavoro che, per definizione, non è finisce mai: ogni volta che emergono nuovi dati o pareri più adeguati, i nostri documenti vengono aggiornati di conseguenza.”
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FTA Europe: per una flexo “al quadrato”
Questa filosofia di servizio, e il conseguente programma di attività, sono tanto più pregnanti quanti più soggetti riesce ad aggregare e coinvolgere, segnatamente a livello internazionale visto che né la tecnologia né il business hanno frontiere. Soprattutto sul piano tecnologico – considera il presidente di Atif – alzare barriere, tipicamente col timore che qualcun altro possa avvantaggiarsi dei frutti del proprio lavoro, appare un controsenso e la riprova l’ha offerta la positività con cui le istituzioni internazionali della flexo hanno accolto la proposta dell’Italia di fare rete.
Il risultato più eclatante di questa “esportazione” di indirizzi e contenuti è la nascita, nel 2014, di FTA Europe proprio su stimolo e per diretto impegno di Atif. E, non a caso, il principale progetto dell’istituzione europea si chiama Flexo Best Practice Tool Box ed è un documento di carattere tecnico che si propone a stampatori flessografici e relativi fornitori come strumento di ottimizzazione delle performance. «Questa iniziativa si basa su quanto le singole associazioni nazionali hanno prodotto finora e mira a renderlo fruibile in tutte le lingue; la prima versione sarà in inglese, ma successivamente verrà tradotta anche grazie al sostegno delle aziende – a oggi più di una decina – che hanno scelto di sponsorizzare il lavoro».
“È importante segnalare che un’associazione come quella tedesca, che per il momento non ha aderito a FTA Europe e lavora prevalentemente da sola, ha manifestato interesse per il Flexo Best Practice Tool Box e, di fatto, ha iniziato a partecipare al progetto, attivando un proficuo scambio di opinioni e documenti“, precisa Conselvan. “L’aspetto più rilevante di questa esperienza è che tutte le comunità flessografiche europee si rendono conto del valore generale di una simile iniziativa.” E non solo in Europa. “Con gli americani di FTA, che rappresenta IL punto di riferimento mondiale per la flexo, abbiamo degli ottimi rapporti; da loro abbiamo imparato tantissimo e molto abbiamo ancora da imparare. Però è ormai chiaro che abbiamo anche qualcosa da insegnare, sia come italiani sia come FTA Europe. E progetti come il Flexo Best Practice Tool Box possono diventare strumenti per proficui scambi e collaborazioni.”