Come funziona la stampa flessografica? Partire dalle basi vuol dire chiarire i concetti fondamentali su cui si sviluppano i moderni sistemi di stampa. 
La stampa flessografica, conosciuta anche come flexo, è una tecnica di stampa diretta che utilizza lastre flessibili per trasferire l’inchiostro su una varietà di substrati. Questo metodo è particolarmente apprezzato per la sua versatilità e capacità di stampare su materiali diversi come carta, cartone, plastica, tessuti e metalli.

Quali sono le macchine dedicate alla stampa flessografica?

Le macchine flessografiche possono essere a foglio (impiegate ad esempio per la stampa su cartone ondulato) o rotative. Le rotative si dividono in tre strutture principali: in linea, planetarie (a tamburo centrale) e stack (a cilindri indipendenti). Le macchine in linea e planetarie stampano solitamente su un solo lato, mentre le stack possono stampare su entrambi i lati del supporto.

Le macchine in linea sono composte da una serie di elementi di stampa distinti, uno per ogni colore. Le planetarie, simili alle macchine offset, permettono di stampare a colori su vari materiali, anche sottili e deformabili, mantenendo una buona precisione di registro grazie al cilindro centrale che riduce le deformazioni del materiale. Le rotative stack, invece, hanno un cilindro per ogni unità di stampa. Gli inchiostri utilizzati possono essere a base d’acqua o a base solvente.

Il processo inizia con la preparazione delle lastre flessografiche che sono realizzate in gomma o materiali fotopolimerici. Queste lastre vengono montate su cilindri rotanti all’interno della macchina da stampa. L’inchiostro viene trasferito dal cilindo inchiostratore al cilindro anilox, che regola la quantità di inchiostro da applicare alle lastre. Il cilindro anilox è inciso con minuscole cellette che determinano la quantità di inchiostro trasferita. All’aumentare del numero di celle corrisponde una maggiore qualità di stampa. Una volta che l’inchiostro è stato applicato alle lastre, queste trasferiscono l’inchiostro al substrato, che può essere carta, plastica o altro materiale.

Dopo la stampa, il materiale passa attraverso un sistema di asciugatura per far evaporare l’umidità e fissare l’inchiostro. Le recenti tecnologie UV permettono l’asciugatura dell’inchiostro attraverso la polimerizzazione attivata da speciali lampade UV.

Infine, il materiale stampato viene tagliato, piegato o rifinito secondo le specifiche dell’applicazione.

Quali sono i componenti principali della stampa flessografica?

I componenti tipici di un sistema di stampa flessografica includono il rullo anilox, il cilindro porta-cliché, il cilindro pressore e il sistema di inchiostrazione. Dell’anilox abbiamo già parlato. Il cilindro porta-cliché è il cilindro su cui sono montate le lastre flessografiche. Il cilindro pressore è un cilindro che sostiene il substrato mentre il cliché viene premuto contro di esso. Il sistema di inchiostrazione include il serbatoio dell’inchiostro, la vaschetta da cui pesca il cilindro inchiostratore, la racla che rimuove gli eccessi di inchiostro rimasti sull’anilox, la pompa e le linee di mandata e ritorno dell’inchiostro. Questi componenti lavorano insieme per garantire una stampa uniforme e di alta qualità.