La stampa rotocalco o tecnologia rotocalcografica, “roto” per gli amici, assicura un’altissima qualità e costanza di stampa. Il perché si capisce vedendo come funziona.
La stampa rotocalco prevede l’uso di macchine rotative a bobina ed è utilizzata in due ambiti principali.
Il primo ambito è quello storico della stampa di alte tirature di periodici, inserti per quotidiani, grandi cataloghi e in generale prodotti stampati su carta di bassa grammatura.
Il secondo ambito, diventato al giorno d’oggi quello principale, è la stampa su film plastici, di alluminio o di nylon. Le applicazioni classiche qui sono gli incarti flessibili per alimenti, le carte da regalo, la carta da parati e più in generale ovunque si utilizzino materiali flessibili particolari.
Rotocalcografia: un procedimento semplice
Lo schema di stampa estremamente semplice dà la possibilità di utilizzare un’ampia varietà di inchiostri che vanno scelti in base al tipo di supporto su cui si stampa. Il procedimento di stampa prevede che un rullo prelevi l’inchiostro da una vaschetta e lo depositi direttamente sul supporto di stampa.
Il rullo in questione è di metallo ed è coperto da uno strato di rame su cui è inciso il soggetto da stampare attraverso delle minuscole cellette di diversa profondità e diversa dimensione a seconda dei toni dell’immagine. Le zone incise sono inchiostrate da un calamaio e gli eccessi sono eli-minati da una racla. A questo punto, il rullo inciso trasferisce l’inchiostro sul materiale premendo su di esso. Il materiale, che ha una tensione superficiale diversa da quella del rullo, preleva l’inchiostro direttamente dalle cellette.
Questo semplice metodo di spostamento dell’inchiostro, unito alla caratteristica dei materiali di imballaggio di avere la superficie perfettamente liscia e non porosa, consente di mantenere intatta la brillantezza dell’inchiostro.
È possibile riconoscere una stampa rotocalco per la regolarità del retino che è visibile in particolare nelle zone più chiare. Osservando i testi noteremo come anche essi siano retinati, proprio per via dell’utilizzo delle cellette per la stampa dell’inchiostro.
Per un approfondimento sul tema rimandiamo all’post dei Daniele Cogo, autore dell’approfondimento e del video sulla rotocalcografia.