Presso l’Istituto Tecnico di San Zeno a Verona, è stato presentato il nuovo metodo Aticelca 502 sulla separabilità degli imballaggi: il consumatore preferisce l’imballaggio in carta grazie alle caratteristiche di rinnovabilità, biodegradabilità e riciclabilità del materiale mentre la direttiva imballaggi UE spinge verso un riutilizzo che non tiene conto dei risultati di riciclo e della rinnovabilità della materia prima.
Si è tenuto il 16 febbraio, presso l’Istituto Tecnico di San Zeno a Verona, la presentazione del nuovo metodo Aticelca 502 con il patrocinio di Federazione Carta Grafica e Comieco. Il primo metodo – a livello italiano ed europeo – per verificare se un componente di un imballaggio o un prodotto in carta sia effettivamente separabile manualmente da parte del consumatore, è stato sviluppato in collaborazione con Chelab-Merieux Nutriscience, Centro Qualità Carta-Lucense, Ecolstudio e Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria.
“L’impegno allo sviluppo del metodo Aticelca 502 nasce da una indagine condotta insieme a Doxa che ha registrato un’ampia propensione dei cittadini ad avere un ruolo attivo nella separazione dei componenti di un imballaggio per poi avviarli al riciclo”, ha affermato Massimo Ramunni, Segretario di Aticelca e Vice Direttore di Assocarta, nell’introdurre l’evento.
Andrea Vittadello, Sustainability Project Manager di Merieux NutriSciences, ha quindi illustrato alle aziende e ai ricercatori coinvolti nel design, nella produzione, nell’utilizzo e distribuzione dei packaging in carta e cartone presenti il metodo sulla separabilità della carta e i potenziali vantaggi in applicazioni Food Contact. Luca Dal Dosso, R&D Packaging Developement di Bauli S.p.A., azienda italiana leader nel settore dolciario fondata nel 1922 a Verona, ha raccontato come Bauli investe nell’innovazione del packaging alimentare, favorendo l’utilizzo di materiale ecocompatibile, o perseguendo la riduzione del consumo di materiali, confezioni e imballaggio. L’impegno attivo del consumatore viene dalla sua preferenza per l’imballaggio in carta grazie alle caratteristiche di rinnovabilità, biodegradabilità e riciclabilità del materiale (Fonte: TwoSides).
“L’imballaggio”, ha sottolineato Lorenzo Bono, Responsabile Area Ricerca e Sviluppo di Comieco, “è sostenibile quando il consumatore è messo in grado di effettuare una corretta raccolta differenziata senza difficoltà ed incertezze, questo grazie ad una progettazione attenta al fine vita del packaging che, però, deve essere adeguatamente comunicata.”
“Se la propensione del consumatore alla carta e gli investimenti delle aziende vanno nella direzione giusta, al contrario gli indirizzi della direttiva imballaggi UE vanno verso il riutilizzo senza fare distinzioni fra i materiali”, ha puntualizzato il Vice direttore generale di Assografici Italo Vailati nel suo intervento sull’impatto della direttiva UE nel mondo della carta.
“Il tema della rinnovabilità delle nostre materie prime nella direttiva imballaggi non sono messi in adeguata evidenza e, dopo gli obiettivi di riciclo UE che la filiera ha ampiamente raggiunto (Obiettivo UE al 2030 dell’85% di riciclo negli imballaggi) l’inversione di rotta della direttiva verso il riutilizzo preoccupa fortemente le nostre aziende perché rischia di vanificare i risultati ambientali di un sistema industriale che ha investito negli impianti di riciclo e nella raccolta differenziata”, ha affermato il direttore della Federazione Carta Grafica Massimo Medugno a margine dell’evento.
Al termine dell’evento, organizzato grazie al contributo di Chelab-Merieux Nutriscience, sono stati inoltre consegnati i diplomi del 27° corso per tecnici cartari dal Presidente di Assocarta e AD di Cartiere Saci Lorenzo Poli.