Il grande leader delle macchine da stampa e converting ha compiuto un intenso lavoro di rebranding e fatto un importante passo avanti per rafforzare il posizionamento strategico globale. Con un ambizioso programma di sviluppo, nuovi valori e un innovativo approccio al mercato per affrontare le sfide continue, soprattutto climatica e ambientale.
La crescita di Uteco, protagonista principale nel comparto delle macchine da stampa e converting, con un’offerta completa di tecnologie per le diverse applicazioni del packaging flessibile e una presenza globale, è segnata da momenti di forte accelerazione. L’ultimo in ordine di tempo è del 2018, quando il fondo di private equity NB Renaissance Partners ha assunto il controllo dell’azienda. Oggi, alla luce del percorso già compiuto, appare chiaro che Renaissance investe in aziende dal grande potenziale con l’obiettivo di sostenerne lo sviluppo a tutto tondo, e quando si tratta di manifattura le fondamenta restano, molto concretamente, tecnologiche e produttive.
Così Uteco non ha mai smesso di crescere in innovazione, potenziamento della gamma, presenza sui mercati, capacità di servizio, e ora dispone anche di nuove risorse di marketing e di un’immagine aggiornata, adeguata ai tempi che cambiano e al futuro che i nuovi e ambiziosi progetti preparano. Ce li racconta Cristiano Cividini, Chief Strategy & Marketing Officer – operativo sia sul piano strategico che dell’execution.
Ing. Cividini nella cultura di Uteco il “fare” spesso è stato preminente rispetto al “dire”. Oggi il gruppo inaugura una politica di comunicazione dinamica e multicanale, espressa anche dalla rivisitazione del logo e degli altri aspetti visuali dell’immagine identitaria.
Sì, è stato un percorso fortemente voluto. Uteco non si è mai fermata, anzi. Anche in questi ultimi, difficili anni segnati dal Covid e dalle recenti tensioni internazionali, ha continuato a perfezionare prodotti e servizi, proseguendo un percorso di crescita di mercato iniziato ormai più di 35 anni fa.
Oggi non solo il marketing e le vendite, ma tutti i reparti sentono l’esigenza di valorizzare sia il proprio lavoro che i progetti avviati con i partner più visionari, che contano sulle nostre competenze e sulla nostra capacità di vedere le cose in prospettiva. Il percorso di rivisitazione del brand è servito a mettere in luce e a condividere gli strumenti che hanno permesso di raggiungere i risultati in modo efficace e coerente con i punti di forza e la mission di Uteco.
A partire dallo scopo – fondamentale – di servire il mercato mettendo a punto, ogni volta, la soluzione più adatta a soddisfare i bisogni di ciascun cliente, in un rapporto basato sulla cooperazione e sulla condivisione di obiettivi.
Il logo di oggi ha un “accento” rosso e un lettering pulito e moderno; il colore aziendale cambia; il pay off “Join the flex-converting” esprime un invito e una promessa. Quanto contano questi cambiamenti?
Contano molto. Nel nostro caso si è trattato di adeguare l’immagine storica del brand a una realtà in continuo mutamento, molto diversa da quella in cui è nata l’azienda. Teniamo molto alle nostre radici metalmeccaniche – non è un caso che la prima macchina costruita in Uteco sia in bella mostra all’ingresso dell’azienda – ma oggi vanno raccontate con altri linguaggi e su molti canali, dando risalto soprattutto alla straordinaria passione che anima le nostre persone, la capacità di essere sempre rivolti al futuro, il rispetto e il riguardo per clienti partner, il focus diretto sul risultato finale e l’attenzione costante al tema della sostenibilità guidano tutti i nostri progetti.
Cosa è rimasto dei vecchi simboli, e cosa è cambiato?
In primis è rimasto il nome, Uteco, un marchio conosciuto in tutto il mondo. È rimasto il rosso nel logo aggiornato con la nuova tonalità “romano” che comunica italianità senza necessariamente scomodare il tricolore. È invece cambiata l’architettura del logo, drasticamente semplificata, ed è stato introdotto un elegante blu desaturato come colore primario, per comunicare affidabilità e fiducia come fondamenta di ogni rapporto duraturo.
Da dove inizia il “rinnovamento in continuità” del gruppo?
Dalle persone naturalmente. In questo periodo c’è un gran fermento in area risorse umane, sia perché c’è tanta gente che viene a bussare alla nostra porta attratta dal nostro progetto di sviluppo, sia perché stiamo assumendo tanti giovani che, a prescindere dalle competenze specifiche, siano in grado di portare visioni e idee, energia e entusiasmo. Anche in testa dell’azienda oggi troviamo un bel mix di competenze e passione, di storia e innovazione. In questi anni ci sono stati numerosi innesti che hanno portato nuova energia ad un consolidato team dall’esperienza pluridecennale. Uniti dalla condivisione degli indirizzi strategici e dall’attitudine al confronto, formiamo una squadra potente, che agisce su tutti i piani della gestione d’impresa: investimenti per linee interne ed esterne (ultima in ordine di tempo l’acquisizione di Vision, azienda innovativa per i sistemi di visione industriale), su prodotti e mercati, su asset tangibili e non.
Su che obiettivi si concentra il piano strategico 22-26?
In primo luogo, vogliamo continuare a sviluppare, investendo risorse consistenti, tutta la nostra gamma prodotti, soprattutto in termini di automazione, digitalizzazione, robotica e servizio ai clienti, siano essi medio piccoli o multinazionali che già seguiamo con reciproca soddisfazione. E saper rispondere alle richieste dei grandi account, lo sappiamo, è motivo di orgoglio e un’importante referenza sul mercato.
La sfida non è banale: vuol dire saper garantire l’assistenza e i ricambi in ogni parte del mondo, dando concretezza al nostro approccio “glocal” al mercato. E anche mettere in campo quella flessibilità che costituisce il nostro posizionamento specifico, che ci distingue da chi “vende macchine” e che si esprime nel nostro nuovo payoff “Join the flex-converting”. Dove il termine flex qualifica la nostra flessibilità progettuale e di servizio, e il verbo “join” esprime una collaborazione tra azienda e cliente, in direzione biunivoca.
Come ci siete arrivati?
Con un lavoro di mesi partito dall’esame del mercato – e dalle esigenze espresse dai nostri clienti – lungo tutta la filiera di produzione-consumo, per coglierne le sfumature e gli orientamenti: l’emergere di canali distributivi che richiedono nuove tipologie di imballaggio, le richieste di personalizzazione sempre più spinta che portano a nuovi sviluppi nelle tecnologie di stampa, l’evoluzione degli spazi produttivi che richiede un’impiantistica più compatta…. Il passo successivo è stato definire i modelli necessari a introdurre risposte adeguate in termini di prodotti e di servizi, compreso garantire la presenza locale sui vari mercati, con una capacità di assistenza multilingua h24. L’area service offre percorsi di training e formazione per autonomizzare i clienti non solo contro eventuali perdite di produttività della macchina, ma anche per aiutare a pianificare e ottimizzare la produzione – oltre che avere la possibilità di richiedere interventi da remoto in tempo reale per risolvere guasti e sbloccare possibili fermi macchina. Quello dei servizi è un capitolo che offre molteplici occasioni ulteriori di crescita, perché in Uteco non vogliamo vendere “solo” macchine, ma anche garantire al cliente un vero e proprio partner che possa accompagnarli a 360°.
Uteco @ PrintAll – Hall 9 Stand K11-M18
Uteco esporrà a Print4All con uno stand articolato in quattro corner, ciascuno dedicato a un’area di eccellenza tecnologica (roto, flexo, coating & laminating, special machines), mentre al centro troveranno spazio le sale riunioni e il bar, dotato anche di salottini per i momenti di relax.